
di Antonia Casini
PISA
"Entro la prossima settimana", partirà la vaccinazione anche per chi si occupa di emergenza sanitaria sul territorio. Il responsabile 118 Pisa-Livorno, Dario Bitonti, spiega i tempi e i modi.
Dottore, a livello regionale, ci sono state proteste perché questa realtà viene dopo altre.
"La prima fase si conclude il 28 febbraio, per allora saranno coperti tutti i sanitari che stanno a contatto diretto o indiretto con pazienti Covid e i soggetti più a rischio, seguendo una normativa nazionale. E se si fosse proceduto in ordine alfabetico?".
Ci sono però alcune figure che sono più esposte rispetto ad altre.
"Si è cominciato il 1° gennaio, impossibile coprire tutti nello stesso giorno".
Per quanto riguarda il personale del 118 e chi lavora sulle ambulanze, qual è il piano?
"Partirà la prossima settimana. Stiamo cercando di organizzare un canale esclusivo, attraverso la Regione".
Che cosa significa?
"Un link dedicato. Vorremmo uniformare il sistema ma cercare anche che ogni centrale operativa con l’Azienda di riferimento (ce ne sono tre) si faccia carico di tutto il personale con il coordinamento della centrale delle maxiemergenze di Pistoia".
Di quante persone stiamo parlando?
"I nostri sanitari sono un numero esiguo, in tutta la Toscana 300 tra medici e infermieri. E qualcuno ha già ricevuto la prima dose. Sul nostro territorio sono un centinaio, dunque".
Ma ci sono poi i soccorritori.
"Esatto, oltre 14mila a livello regionale, circa 4mila da noi".
Quale sarà il criterio di scelta?
"Ogni associazione indicherà le priorità".
Le tappe?
"Prevediamo di coprire tutti entro il mese, almeno per quanto riguarda la prima dose. L’immunità arriva a una settimana dalla seconda".
Il luogo dove si effettuerà la campagna?
"Sapremo qualcosa con certeza domani (oggi per chi legge)".
Lei si vaccinerà?
"Ho già fatto: è sicuro ed è a salvaguardia nostra e degli altri. Un dovere civile per noi che facciamo questo mestiere".
E lo consiglierà anche ai suoi familiari?
"Certo, non vedo l’ora. La mia mamma ha 91 anni...".
Sull’obbligatorietà che dice?
"Nel nostro caso, anche se non è obbligatorio, lo ritengo, appunto, un dovere. Dà garanzia e sicurezza. I vaccini (come quello per la polio), hanno salvato tante vite. Ricominceremo a rivedere la luce quando si raggiungerà il 70% della popolazione. L’Aifa ha da poco dato il via libera al Moderna e speriamo che presto sia pronto anche quello italiano dello Spallanzani: la disponibilità aumenterà".
Com’è la situazione, adesso, per quanto riguarda l’emergenza?
"In questo momento, abbiamo più pazienti non Covid che Covid con patologie respiratorie. Si tratta spesso di patologie croniche che si acutizzano con l’inverno".