Pisa, 2 febbraio 2021 – Delinquenza ramificata e diffusa su tutto il territorio nazionale, una decina di milioni di litri di petrolio introdotti nel deposito senza il pagamento delle relative accise e documentazione falsa. È il bilancio dell’operazione condotta dal Comando Provinciale di Pisa della Guardia di Finanza e dall’Ufficio delle Dogane di Pisa, che hanno accertato un’evasione di accisa complessiva di 6.454.857,93 euro a carico di un deposito commerciale di prodotti energetici. L’attività di verifica ha potuto giovarsi degli esiti e degli elementi di prova acquisiti nell’ambito di una complessa attività di indagine delegata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa e coordinata dalla Sezione Antifrode dell’Ufficio Antifrode e Controlli dell’ADM - DT VI e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria - Sezione Tutela Economia - della Guardia di Finanza di Pisa. Un’indagine conclusasi nell’arco di pochi mesi con l’emissione, tra gli altri, di 20 provvedimenti di natura cautelare, restrittivi delle libertà personali. A seguito di un’attenta e meticolosa verifica delle contabilità del deposito, gestito di fatto da un’associazione a delinquere ramificata su tutto il territorio nazionale, sono stati rinvenuti ben 239 documenti di accompagnamento semplificati (DAS) falsi, mediante i quali sono stati introdotti nell’impianto 10.339.720,71 litri di prodotto petrolifero, sottratto all’accertamento e al pagamento delle imposte relative. Le analisi qualitative eseguite da parte dei laboratori chimici delle Dogane sul prodotto hanno accertato che si trattava di una miscela costituita da vari tagli di idrocarburi fiscalmente classificabili come olio lubrificante. Questo prodotto veniva commercializzato in diverse regioni d’Italia dall’organizzazione criminale attraverso varie società “cartiere” e trasportato a destinazione da autisti compiacenti, consentendo la vendita a prezzi più bassi con conseguente distorsione del mercato e concorrenza sleale. A.M.
Cronaca“Operazione Petroloro”, le Fiamme Gialle smascherano una frode di oltre 6 milioni di euro