Niente più rimozione di colon e retto nei casi di colite ulcerosa e poliposi. È la novità che arriva direttamente dal Centro Piaggio dell’Università di Pisa, partner di un progetto che mira a sviluppare una biostampante colonoscopica, la prima mai realizzata, che possa ricreare la mucosa e la sottomucosa dell’intestino ed evitare le rimozioni chirurgiche della parte finale dell’intestino nei pazienti.
Il rivoluzionario dispositivo sarà realizzato nell’ambito di “Tentacle“, il progetto europeo finanziato con 8 milioni di euro (di cui 1 dedicato al Centro di Unipi) in partenza durante questo mese e che durerà per i prossimi quattro anni. Un obiettivo che, se realizzato, migliorerà sensibilmente la vita alle persone colpite dalle patologie del colon-retto, molto diffuse a livello globale e che secondo le stime affliggono circa 2.2 milioni di europei. Tra queste malattie, sono particolarmente fastidiose la colite ulcerosa e la poliposi adenomatosa familiare che portano spesso chi ne soffre a sottoporsi alla proctocolectomia, un intervento chirurgico molto invasivo che rimuove della parte terminale del colon e del retto con gravi conseguenze sulla qualità della vita.
"La biostampante colonoscopica che vogliamo progettare e costruire – spiega il professor Giovanni Vozzi dell’Università di Pisa – potrà operare direttamente nell’intestino attraverso una procedura minimamente invasiva. Il dispositivo sarà potenziato da un sistema di intelligenza artificiale per monitorare la qualità della stampa e personalizzare l’intervento sulle esigenze del singolo paziente.
Il progetto europeo ‘Tentacle’ svilupperà inoltre dei biomateriali all’avanguardia con proprietà avanzate, come la capacità di cambiare forma nel tempo per mimare la morfologia intestinale e rilasciare agenti antibiotici e antibatterici in maniera controllata e graduale". Il consorzio del progetto è costituito da dieci partner accademici e industriali. Insieme all’Ateneo pisano ci sono l’Università di Wurzburg in Germania come coordinatrice del progetto, l’Università belga di Ghent, ma anche partner italiani come l’Università di Torino e il Politecnico di Torino. Si aggiungono poi quattro partner industriali, affiancati dall’Istituto Superiore di Sanità italiano, per tradurre i progetti in realtà: ADBioink, ThioMatrix, BeWarrant, Scinus Cell Expansion Netherland B.V.