Ottavia Piccolo in ‘Matteotti’

Venerdì sera alla Città del Teatro di Cascina apre la stagione lo spettacolo "Anatomia di un fascismo"

Ottavia Piccolo in ‘Matteotti’

La musica dei Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, le parole di Stefano Massini e la voce di Ottavia Piccolo aprono la stagione della Città del Teatro di Cascina

Sarà Ottavia Piccolo a inaugurare la stagione teatrale della Città del Teatro di Cascina venerdì 8 novembre alle 21 con “Matteotti. Anatomia di un fascismo”. Uno spettacolo che illumina uno dei capitoli più bui della storia italiana, un omaggio alla verità e alla resistenza, per riflettere sul passato e sul presente.

Un racconto che parte dalla testimonianza di chi c’era, ha visto e non si è tirato indietro, per ricostruire l’omicidio di Giacomo Matteotti, parlamentare della Repubblica, ucciso per mano fascista il 10 giugno 1924.

A cento anni di distanza, è il teatro, la musica dei Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, le parole di Stefano Massini e la voce di Ottavia Piccolo che si prendono l’impegno di ripercorre l’ascesa e l’affermazione di quel fenomeno eversivo che Matteotti seppe comprendere fin dall’inizio, in tutta la sua estrema gravità, a differenza di molti che non videro o non vollero vedere.

"Io denuncio all’Italia e al mondo intero che un mostro chiamato fascismo ogni giorno diventa più potente proprio grazie al silenzioso assenso di chi lo svaluta, lo legittima e non lo combatte!" disse tra le altre cose Giacomo Matteotti - l’oppositore, il pacifista, lo studioso, l’amministratore, il riformista, il visionario. Un uomo che prese la parola pubblicamente e instancabilmente, nei suoi molti scritti e nei suoi moltissimi discorsi in maniera chiara, veritiera, fondata sui fatti, indiscutibile. Una parola capace di smascherare e a causa della quale, fu ucciso.

"Matteotti (anatomia di un fascismo) è un racconto popolare contemporaneo che indaga sul fenomeno fascista, mettendo a fuoco una serie di elementi cruciali e caratterizzanti, il cui esito finale (l’eliminazione violenta del corpo dell’oppositore, quale soggetto rivelatore della realtà dei fatti), corrisponde del tutto alla sua vera natura originaria, al suo inizio. – racconta Sandra Mangini, regista dello spettacolo - La persistenza di questo stesso fenomeno, nel tempo e nello spazio, in forme vecchie e nuove, ci porta a considerare quanto sia indispensabile, oggi più che mai, occuparsi della cosa pubblica, del bene pubblico, guidati da un pensiero costruttivo, legalitario, partecipativo, paritario, realistico, competente, attraverso atti e parole chiare, come quelle di Giacomo Matteotti e di sua moglie Velia".