Pisa, 19 novembre 2024 – Sono passati esattamente sei mesi da quel 17 maggio in cui suo padre è morto in ospedale a Pisa. “E noi chiediamo solo di sapere che cosa sia successo”. Mauro Rosati aveva 78 anni e abitava a Cascina. “La mattina di domenica 12 maggio abbiamo pranzato insieme a Calambrone, è stata una bellissima giornata. Poi, mio babbo ha avuto un attacco epilettico, il primo della sua vita, e lo abbiamo portato in ospedale”, racconta la figlia Cinzia che risiede a Lastra a Signa. “Era arrivato a Cisanello con un codice verde, quindi di minore gravità – prosegue la donna – Il martedì la sua degenza andava bene, nel pomeriggio era andato a trovarlo anche la compagna, che era uscita dal policlinico verso le 20, lui aveva anche cenato e alle 18 lo avevo sentito per telefono, era tranquillo, nessuna avvisaglia. I medici stavano parlando già delle sue dimissioni”.
Poi succede qualcosa. Che cosa?, si chiedono i familiari. “A mezzanotte e pochi minuti – prosegue la signora – mi chiamano dalla Rianimazione ’suo padre è gravissimo, ha un arresto cardiaco’”. Cinzia si precipita. Seguono ore di ansia, in cui il quadro peggiora. “Ho continuato a parlargli, gli ho chiesto ’ma che cosa mi combini?’”.
Venerdì Mauro muore. Viene eseguita l’autopsia e del caso si occupa anche la squadra mobile di Pisa. La procura dispone un accertamento: non ci sarebbero al momento iscrizioni nel registro degli indagati. “Il professionista incaricato di portare avanti gli accertamenti si è preso 90 giorni per depositare i risultati. Ma sono passati sei mesi e non abbiamo saputo più nulla. Vorremmo capire, sappiamo che c’è stata un’embolia, ma da che cosa è stata provocata?”.
La famiglia si è rivolta agli avvocati Sabrina Viviani ed Eriberto Rosso del foro di Firenze e ha nominato, a sua volta, un perito.
Cinzia vorrebbe avere delle risposte. “Mio padre era un uomo pieno di vita, anche se aveva 78 anni, aveva un grande spirito. Le dico solo che ballava il Boogie-Woogie e sarebbe potuto rimanere ancora a lungo con noi”.