Il paracadutista ucciso, un giardino intitolato a Scieri. “Oggi è il giorno della pace”

Pisa, inaugurato uno spazio verde vicino alla caserma in cui fu trovato morto il giovane soldato. Il fratello: “Nessun conflitto con l’Esercito, ma soltanto con chi non ha tutelato Emanuele”

Pisa, 15 ottobre 2024 – Una stretta di mano attesa da un quarto di secolo. I vertici dell’esercito “vicini” alla famiglia di Emanuele Scieri, il 26enne siracusano, ex allievo parà, ucciso nel 1999 all’interno della caserma pisana. Ieri mattina il Comune di Pisa ha intitolato un’area verde a pochi passi proprio dalla caserma dove il 16 agosto di 25 anni fa il giovane fu trovato morto. Per la procura di Pisa, che ha riaperto le indagini nel 2018 dopo la commissione parlamentare d’inchiesta, fatto cadere dalla torre di asciugatura dei paracaduti da tre ’nonni’. In primo grado, è pendente l’appello, sono stati condannati per omicidio gli ex caporali Alessandro Panella (a 26 anni) e Luigi Zabara (a 18); il terzo, Andrea Antico, è stato assolto in primo e secondo grado, “non c’ero”, ha sempre sostenuto. E in aula non sono arrivate le prove certe della sua effettiva presenza in caserma quel 13 agosto. Per lui, però, si procederà sul piano civile. Il giardino, ornato con i colori del bianco e del rosso, “quelli di Pisa”, ha sottolineato il sindaco Michele Conti, “è un simbolico abbraccio della città a Lele e alla sua famiglia. Per non dimenticare quel grave episodio”.

Alla cerimonia sono stati presenti in silenzio alcuni militari con il colonnello Antonio D’Agostino, comandante del Centro addestramento Paracadutismo (Capar) di Pisa e il 1° lgt Renato Tancredi, sottufficiale di corpo del Centro. Al termine, però, entrambi si sono avvicinati alla madre di Lele, Isabella Guarino, che ha lottato una vita perché la verità emergesse, e all’altro figlio, Francesco. “Nutriamo un grande rispetto nei loro confronti”, le parole del colonnello D’Agostino. “Non dobbiamo aggiungere altro”. E proprio Francesco, che ha seguito i processi e aiutato la mamma nella difficile ricostruzione di quell’episodio, commenta baciando e sostenendo Isabella: “Non abbiamo mai avuto conflitti con l’esercito, ma solo con chi non ha tutelato Emanuele. Dopo 25 anni, oggi è una giornata importantissima: la presenza dell’esercito qui ci fa molto piacere”. Il dolore si rinnova ogni volta. “Non ci aspettavamo che in tempo di pace potesse avvenire un fatto così grave. La città di Pisa ci è stata vicina fin da subito. Ma prima di oggi, la mia presenza qui non era mai stata facile. Adesso mi sento davvero affiancato”. “L’atteggiamento dei vertici 25 anni fa fu ben diverso, ma oggi ci avete dato consolazione”, dice Isabella emozionata. “Lele è un simbolo per tutti i giovani. Abbiamo bisogno in momenti così difficili che qualcuno ci difenda”, aggiunge rivolgendosi ai giovani militari, quasi coetanei del figlio perduto, che hanno assistito all’evento. “Tenete duro”.

Sul processo di appello ancora in corso, Francesco Scieri racconta: “Ci aspettiamo una conferma”. Mentre su Andrea Antico, che per la procura di Pisa partecipò all’omicidio, precisa: “Non siamo stati capaci di dimostrare che fosse in caserma”. A Lele sono state intitolate in Sicilia, nella sua regione, una piazza e una rotonda, ma fino a ora non c’era nulla che lo rammentasse a Pisa. “Oggi c’è stata una ricucitura con la città, ma soprattutto con la Gamerra. Mai i vertici avevano avuto una tale manifestazione nei nostri confronti”.

L’iter per l’intitolazione era cominciato nell’anno terribile del Covid, il 2020, con l’allora vice sindaco Raffaella Bonsangue. “Quel fatto ancora oggi rappresenta una ferita enorme per la nostra città”, riflette ancora l’assessore alla partecipazione e ai servizi demografici, Gabriella Porcaro. Nello spazio pubblico è stato piantato anche un liquidambar, una pianta “che nella cultura orientale evoca pace e meditazione. La nostra città respinge ogni forma di violenza. Ringrazio i familiari di Emanuele, la mamma Isabella e il fratello Francesco, per avere accolto il nostro invito alla cerimonia, e le autorità. Un sentito ringraziamento anche al colonnello D’Agostino che, con sensibilità e delicatezza, si è reso disponibile a partecipare per esternare, a nome delle forze armate, vicinanza ai familiari”.