Paralimpiadi, il sogno di Parigi. Sette atlete rappresenteranno Pisa

La bandiera della nostra città consegnata alle partecipanti che ci rappresenteranno in Francia. Sei pallavoliste del Volley Dream e la campionessa di equitazione nel paradressage freestyle e tecnico.

Paralimpiadi, il sogno di Parigi. Sette atlete rappresenteranno Pisa

Le pallavoliste che fanno parte del Volley Dream selezionate dal commissario tecnico Amauri Ribeiro per la Nazionale Azzurra di sitting volley con l’assessore Scarpa

Verso Parigi con la bandiera pisana in mano. Saranno ben sette le atlete che rappresenteranno la nostra città ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, al via mercoledì 28 agosto. Sei sono pallavoliste che fanno parte del Volley Dream e sono state selezionate dal commissario tecnico Amauri Ribeiro per la Nazionale Azzurra di sitting volley. Sono Eva Ceccatelli, Giulia Aringhieri, Raffaella Battaglia, Giulia Bellandi, Elisa Spediacci e Sara Cirelli. La settima atleta è una pisana d’adozione (infatti è nata a Castelnuovo Garfagnana e cresciuta a Barga), Sara Morganti (foto sotto), campionessa del mondo di equitazione nella disciplina di paradressage freestyle e tecnico, reduce dalle due medaglie di bronzo conquistate alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. L’assessore allo sport del Comune di Pisa Frida Scarpa le ha incontrate per consegnar loro la bandiera pisana che porteranno nella capitale francese: "Sono molto orgogliosa di aver fatto sentire il nostro affetto e la nostra attenzione anche alle atlete che rappresenteranno la nostra città e tutta la nazione alla Paralimpiadi di Parigi che inizieranno il prossimo 28 agosto – afferma Scarpa – È sempre un momento di grande emozione e anche di riflessione assistere agli allenamenti di atleti paralimpici. Se ne resta sempre impressionati "All’esito di una rassegna olimpica in cui abbiamo assistito a molte polemiche – prosegue l’assessore – questi atleti trasmettono uno dei messaggi più potenti che lo sport cerca continuamente di diffondere: allo sport non interessa. Qualunque sia il tuo problema, la tua fragilità, la condizione in cui sei, allo sport non interessa. Ci sono comunque regole, avversari, impegno, sudore, fatica, gioie e delusioni. Nessuno sconto. Anche la fragilità diventa energia e basta assistere alle competizioni paralimpiche per rendersi conto della forza motrice che lo sport riveste nei meccanismi di inclusione, di autonomia di riscatto di atleti che hanno delle limitazioni e personalmente penso che ciò valga anche per chi ha anche temporaneamente minori capacità dei campioni e dei fuoriclasse delle singole discipline, ma che lotta comunque ogni giorno per avvicinarsi a quel sogno che i nostri giovani atleti, ai giochi appena conclusi, hanno mostrato di rincorrere con una nuova consapevolezza del loro valore, allontanando lo stereotipo tradizionale della dicotomia tra vittoria e sconfitta e consolidando, di fatto, un cambio di paradigma culturale atteso da anni".