
Michel Roccati a Losanna
Pisa, 8 febbraio 2022 - Tornare a camminare, nuotare e andare in bici dopo una paralisi grazie ad elettrodi impiantati nel midollo spinale. Un ‘miracolo’ della scienza e della tecnologia e il risultato di uno studio pubblicato su ‘Nature Medicine’, coordinato da Grégoire Courtine del Center for Neuroprosthetics and Brain Mind Institute dello Swiss Federal Institute of Technology (Epfl) di Losanna, che porta la firma fra gli altri di Silvestro Micera, del BioRobotics Institute della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
La sperimentazione che ha restituito la capacità di muoversi a tre uomini fra i 39 e i 40 anni completamente paralizzati – fra cui l’italiano Michel Roccati, 30 anni, di Montalto Torinese, rimasto invalido dopo un incidente di moto – in tempi record, si basa sulla stimolazione elettrica del midollo spinale personalizzata. Che utilizza piastre per elettrodi progettate per le lesioni midollari, ripristinando la capacità di movimenti indipendenti entro poche ore dall’inizio della terapia.
"Io mi sono occupato in particolare della parte ingegneristica: la neuroimaging per l’analisi del midollo spinale e la modellistica per predire la risposta muscolare a seguito della stimolazione spinale", ha spiegato a Fortune Italia il professor Micera, che ha già coordinato le ricerche sulla mano bionica. "Il dispositivo – spiega Micera – consiste in un tablet sul quale i pazienti possono selezionare il tipo di movimento che vogliono fare, più una sorta di bypass inserito nell’addome che raccoglie le informazioni e una serie di elettrodi morbidi impiantati direttamente all’interno della colonna vertebrale, nel midollo spinale. La stimolazione elettrica del midollo spinale è un’innovativa opzione promettente per il “ripristino della funzione motoria nelle persone che hanno subito una lesione e una conseguente paralisi". Iil team coordinato da Courtine e Bloch ha progettato una nuova piastra per elettrodi che ‘bersaglia’ tutti i nervi associati ai movimenti delle gambe e del tronco nel midollo spinale. Sulla base dei movimenti selezionati via tablet, i segnali vengono inviati agli elettrodi che provocano la contrazione dei muscoli, generando in questo modo movimenti complessi: camminare, nuotare, pedalare. Il tutto anche fuori da ambienti protetti come il laboratorio". I tre volontari avevano una lesione totale. "Ma l’approccio può essere utilizzato anche nel caso di lesioni parziali – dice Micera – In realtà anzi in questo caso la plasticità potrebbe essere anche maggiore. L’obiettivo ora è da un lato avere più pazienti, anche acuti e in fase iniziale, quindi coinnvolgere più centri clinici per vedere tutte le potenzialità di questo approccio. Inoltre è stata sviluppata anche una startup: dunque l’idea è, una volta completato lo studio clinico, di provare ad avere la certificazione Ce o l’approvazione della Fda per andare sul mercato"
Paola Zerboni