"L’Ente Parco venga subito in Prima Commissione Consiliare Permanente a illustrare il Piano Integrato del Parco". Lo ha chiesto il capogruppo di Diritti in comune, Ciccio Auletta, dopo l’adozione del piano da parte della Giunta regionale. "Il presidente del Parco, Lorenzo Bani finora si è sempre rifiutato di rispondere alle nostre richieste di audizione - ha spiegato il consigliere comunale della sinistra radicale - perché il percorso non era ufficialmente iniziato: un fatto gravissimo che purtroppo è in continuità con un percorso istituzionale, condiviso anche dai Comuni, che fa acqua da tutte le parti come abbiamo denunciato più volte. Un percorso carente nel metodo ma soprattutto nel merito".
Secondo Auletta, infatti, "in un momento storico in cui sia a livello globale, europeo e a livello di politiche regionali toscane, si invoca un aumento dell’estensione delle aree protette rispetto alle attuali, appare inconcepibile e inspiegabile non includere nell’area protetta porzioni di territorio di elevato interesse naturalistico, attualmente relegate ad ‘area contigua’ ed è grave la decisione del consiglio direttivo del Parco di essere andati avanti senza recepire queste critiche e osservazioni da parte del Comitato scientifico, riguardo a un piano in cui nei fatti si prevede, caso unico in Europa, di ridurre le superfici del Parco e ancora più grave è che la Giunta di Giani abbia adottato comunque il piano alla luce di queste pesanti problematicità di metodo e merito". Auletta ribadisce la richiesta di dimissioni del presidente del parco, già avanzata a più riprese anche dal movimento No Base: "Lo deve fare insieme al consigli direttivo dell’ente per come ha gestito il percorso del piano, per avere proposto all’interno del Parco la realizzazione della nuova base militare e sostenuto convintamente questa soluzione sottoscrivendola anche nel tavolo interistituzionale coordinato dal ministero e continuando ad affermare pubblicamente che non ci sarà consumo di suolo quando è evidente, anche dai documenti ufficiali, che consumo di suolo ci sarà, così come ci sarà un impatto devastante per l’equilibrio del sistema naturale che vedrà ridurre drasticamente il suo prezioso patrimonio di biodiversità".
"Il Parco - conclude Auletta - è un bene troppo prezioso che non solo va difeso dagli interessi speculativi di pochi, ma che, tramite una profonda condivisione e costruzione partecipata delle scelte strategiche, deve diventare sempre più un riferimento centrale per immaginare un futuro sostenibile per tutto il territorio".