di Gabriele Masiero PISA
Lotta al gender gap, ma anche promozione di politiche attive del lavoro a favore di ex degenti di ospedali psichiatrici e giudiziari, soggetti in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, detenuti e condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione e al lavoro all’esterno, grazie agli incentivi legati alla partecipazione di bandi e appalti pubblici. Lo stabiliscono due delibere di Giunta appena approvate con l’obiettivo di favorire le pari opportunità generazionali, di genere e di inclusione e partecipazione attiva nel mondo del lavoro di persone con disabilità, donne e giovani.
"Il nostro impegno - assicura l’assessore alle pari opportunità e politiche attive del lavoro Gabriella Porcaro - è quello di garantire che tutti abbiano pari opportunità di partecipare e contribuire alla vita lavorativa e sociale della città. Le nuove linee guida per i contratti pubblici prevedono l’inserimento, nei bandi di gara e nelle lettere di invito, di clausole sociali e clausole ulteriori di premialità dell’offerta che consistono nell’assegnazione di un punteggio aggiuntivo all’offerente che promuova o si impegni a promuovere l’imprenditoria giovanile, l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, la parità di genere, l’assunzione di giovani di età inferiore a 36 anni e di donne". Un impegno concreto, osserva Porcaro, "che non solo va a colmare il divario tra le diverse categorie di lavoratori, ma è anche una sfida culturale per sensibilizzare tutti i soggetti coinvolti, dalle imprese ai cittadini, sull’importanza di un mercato del lavoro che sia realmente inclusivo: Pisa si pone come un esempio di città in cui le pari opportunità, l’inclusione e la valorizzazione di tutte le persone sono pilastri imprescindibili delle politiche pubbliche".
Lo sguardo dell’amministrazione, poi, va anche a coloro che cercano un reinserimento sociale favorendo la programmazione e l’attuazione di contratti pubblici riservati alle associazioni del terzo settore per promuovere politiche attive del lavoro per soggetti svantaggiati quali detenuti, tossicodipendenti, minori in situazione di difficoltà familiare e altre categorie vulnerabili. "Queste azioni - spiega Porcaro - contribuiscono anche a rafforzare il legame tra le istituzioni pubbliche e il mondo del volontariato e delle cooperative sociali. Gli enti del terzo settore, infatti, sono in grado di garantire soluzioni personalizzate e di qualità, grazie alla loro esperienza diretta nel supportare chi ha vissuto situazioni di disagio. Allo stesso tempo, intendiamo stimolare una maggiore collaborazione tra pubblico e privato, con l’obiettivo di rendere più efficaci ed efficienti gli interventi di politica sociale".