ANTONIA CASINI
Cronaca

Pisa, il passaggio sotterraneo in Borgo: un percorso nascosto che ha 160 anni

Collega la Farmacia Bottari al laboratorio-magazzino e conserva ancora vasi, busti e altre meraviglie

Il passaggio sotterraneo (fotoservizio di Enrico Mattia Del Punta per Valtriani)

Pisa, 19 aprile 2023 – Cunicoli che nascondono vasi da farmacia, boccette, anni e anni di ricette, bottiglie, parte della storia della città. Abbiamo visitato il passaggio sotterraneo che collega la farmacia Bottari al magazzino. Vi si accede dal retrobottega, una galleria che si trova nel cuore di Pisa e di cui pochi sono a conoscenza. Un percorso che sbuca in via Notari e che racconta molto di Pisa. Fu Luigi, figlio di Antonio, il capostipite a ottenere nel 1862 il permesso di poter realizzare questo itinerario fino al laboratorio dietro l’edificio principale. Qui sono ancora conservati tanti vasi, molte bottiglie, gli strumenti sopravvissuti ai bombardamenti nella Seconda guerra mondiale.

Sono Antonio e Filippo, il figlio, ad accompagnarci all’interno di questo spicchio segreto di Pisa. Sotto terra, si incontrano vecchie etichette, mille prodotti e persino tre busti in gesso. "Uno è di sicuro Michelangelo, gli altri due non è stato possibile identificarli, nonostante siano stati visti da esperti. Risalgono alla fine dell’800". Poi le preziose ceramiche e i libri. Filippo Bottari appartiene alla settima generazione di questa famiglia.

Il fondo in cui oggi si trova la Farmacia Bottari fu acquistato da Andrea Paperoni nel 1692 e adibito a spezieria che passò poi alla famiglia Mantellassi. Nel 1825 fu acquistata da Antonio Bottari, botanico molto conosciuto all’epoca, che la trasformò in un punto anche di ritrovo per gli intellattuali, tra cui Vaccà, Centofanti, Studiati, Fedeli e Carlo Markò (senior) al quale spesso Antonio preparava i colori e l’olio di noce gratuitamente. Come ringraziamento, il pittore realizzò un dipinto ad olio raffigurante San Ranieri in Palestina (datato 1842) che donò alla farmacia. Quadro sopravvissuto ai bombardamenti.

Antonio Bottari, nato nel 1789 a Castel dell’Aquila, nel comune di Fosdinovo, inventò lo “sciroppo vermicida”, un mix di erbe per combattere i parassiti intestinali e un preparato contro il baco tenia. Famosi, poi, gli elisir, in particolare quello di rabarbaro e di china. Nel luglio 1835 un’epidemia di colera, proveniente da Marsiglia, si diffuse anche in Italia e alla fine giunse anche a Pisa, Livorno e Firenze. Per questo in città fu costituita la Deputazione sanitaria. Tra le tante disposizioni, venne diffusa anche quella di distribuire gratis cure ai malati poveri. Nacque così un ospedale provvisorio di isolamento nel seminario e collegio di Santa Caterina, diretto dal professor Luigi Del Punta. Alcune farmacie - la decisione - avrebbero poi distribuito gratuitamente i rimedi alle persone più disagiate che rimanevano nelle loro case. Tra queste, insieme alle farmacie Passerini, Picci e Menici, anche la Bottari ("La farmacia Bottari a Pisa. Trecento anni di ricordi 1713-2013", Antonio Bottari e Daniela Stiaffini, edizioni Ets).

L’insegna, ora in reastauro, è ancora quella originale risalente alla fine del 1600 e ritrae (dipinto su legno) l’immagine di San Ranieri (al quale era dedicata la bottega) vestito da pellegrino mentre prega e, in basso un angelo (putto alato) che sorregge un libro con la copertina rossa e la croce bianca, simbolo e stemma di Pisa.

"Sarà pronta a breve – raccontano Antonio e Filippo – e tornerà a essere esposta (ben protetta) proprio sopra l’ingresso della farmacia" che si affa ccia sulla galleria di Borgo.