"Patente a crediti. Oltre mille imprese dovranno conseguirla"

Sicurezza, "grande conquista dopo anni di appelli"

"Patente a crediti. Oltre mille imprese dovranno conseguirla"

Un cantiere, tutte le imprese dovranno adeguarsi alla nuova normativa sulla sicurezza sul lavoro (. foto di repertorio

di Antonia Casini

Oltre mille aziende fra Pisa e provincia aderenti al contratto nazionale di lavoro nel settore dell’edilizia, più le altre che lavorano sui cantieri. Nuova patente a crediti per chi entra nei cantieri mobili o temporanei. Dal primo ottobre i titolari di imprese devono mandare una auto dichiarazione (tramite pec) all’ispettorato. I prossimi saranno mesi transitori, come spiega Nando Paragliola, segretario di Filca Cisl Pisa.

Nella richiesta che cosa si dovrà inserire?

"Le specifiche dell’azienda. Poi al rilascio, l’ispettorato assegnerà un punteggio base di 30 crediti fino a un massimo di 100. Si calcolano in base ad anzianità, professionalità, formazione dei lavoratori, verrà sospesa in caso di “colpa grave“".

Poi, gli scenari?

"Seguirà una fase di studio nella quale emergeranno le varie perplessità. Noi auspichiamo che se ci saranno difficoltà in questi mesi, si potrà snellire tutta la procedura".

In questo senso lanciate un appello?

"Tutti noi attori principali del mondo delle imprese e delle parti sociali interagiremo per capire le perplessità. Per noi, come organizzazione sindacale, è un grande risultato. Ne stavamo parlando dal 2008, io stavo entrando in questo settore al tempo. Dopo 15 anni, Filca Cisl è contenta del frutto delle trattative, ci tenevamo tanto. Il risultato di continui confronti".

L’obiettivo della patente?

"Non solo evitare infortuni ma anche qualificare il settore. Nel 2023 si sono registrati oltre 50 lavoratori morti in Toscana e la maggior parte appartiene al settore edile. Cercheremo di rendere questo decreto il più semplice possibile per poterlo attuare. Vogliamo che l’edilizia sia attrattiva".

Quali i problemi principali?

"Ci sono molti lavoratori che vengono da fuori, più del 50% sono di origine egiziana, marocchina, tunisina, albanese: non conoscono bene la nostra lingua e spesso è assente o svolta male la formazione anche per la grande difficoltà della lingua. Non conoscendo le regole, loro stessi possono farsi male e possono danneggiare altri lavoratori".

Altre iniziative da prendere?

"Vorremmo far nascere una banca dati nazionale dei lavoratori dove si specificano tutte le notizie che riguardano la formazione. Noi consigliamo di svolgerla nei nostri enti bilaterali dove si imparano teoria e pratica. Siamo stanchi di vedere molto spesso lavoratori che hanno formazione effettuata in un ente accreditato ma che non è specifica, del settore. Così è solo un pezzo di carta, negli anni i morti sul lavoro sono aumentati".

E poi?

"Un’idea potrebbe essere la carta d’identità professionale per il lavoratore, ma anche la digitalizzazione del cartello di cantiere".

I rischi?

"Ben vengano le persone straniere, ma per aprire un’azienda si devono avere determinate caratteristiche e ci si deve qualificare, non ci possiamo più permettere di aprire aziende senza arte né parte, serve un bagaglio di esperienza. Siamo favorevoli al’inserimento, ma che sia qualificato".

Dopo la fase di verifica?

"Gli enti preposti faranno i controlli. Chiediamo che l’ispettorato a proposito faccia assunzioni, anche in questo senso qualificate nel settore. Ingegneri, geometri, architetti, persone che conoscono i cantieri. Il settore edile è il volano del’economia e bisognerebbe investirci visto il basso tasso di occupazione giovanile. Si costruiscono strade, infrastrutture, scuole, ospedali, servizi per i cittadini, città riqualificate e con un occhio al’ambiente, più sane e vivibili, sfruttiamo questa opportunità".

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