"La modifica dello statuto di Patrimonio Pisa che gestirà gli immobili non strutturali come gli Arsenali e la Leopolda, approvata lunedì scorso in consiglio comunale, libera la cultura dal giogo politico". Parola del capogruppo di Fratelli d’Italia, Maurizio Nerini, che ricorda come i voti del centrodestra siano stati determinanti anche per approvare "un ordine del giorno del Pd che in pratica legittima la delibera stessa e sconfessa gli oltre 60 emendamenti bocciati con i quali le minoranze hanno cercato di ostacolare in tutti i modi l’iter amministrativo". Nerini sottolinea che "il collegio dei revisori dei conti del Comune ha accertato ‘l’indirizzo politico del sindaco di assegnare a Patrimonio Pisa determinati obiettivi strategici nella direzione di un rafforzamento dell’azione della società stessa’: quindi la modifica dello statuto era necessaria per dare uno strumento di lavoro alla partecipata fissando i limiti di intervento senza definire in questa fase i dettagli, gli eventi, i contratti di lavoro del personale e soprattutto i salari, tutti aspetti buttati sul piatto scorrettamente dalle minoranze". Tuttavia, secondo l’ex candidato sindaco del centrosinistra, Paolo Martinelli e i consiglieri de La città delle persone Gianluca Gionfriddo ed Emilia Lacroce, "non si trattano con questa approssimazione la cultura e il patrimonio pubblico". Secondo i consiglieri di opposizione "la giunta Conti ha fatto l’ennesima forzatura, con un passaggio frettoloso, pieno di incognite, privo di trasparenza, senza coinvolgere la città e il suo tessuto associativo e culturale". "Restano - concludono i consiglieri di opposizione - inevase molte domande fondamentali: quali sono le garanzie di valorizzazione degli immobili che passeranno in gestione, perché sono stati scelti proprio quelli e perché in blocco, senza gradualità e senza prevedere un monitoraggio degli effetti? Quali sono le competenze di management della società per occuparsi anche di eventi turistico-culturali? Quali garanzie ci sono che gli eventi e le manifestazioni saranno liberamente accessibili alla cittadinanza e che gli spazi saranno aperti all’associazionismo diffuso che la città esprime? Quali sono i margini di supervisione e intervento degli assessori alla cultura e al turismo sulla gestione degli spazi? Qual è il piano industriale e finanziario a sostegno e garanzia dell’operazione?".
CronacaPatrimonio Pisa, è ancora scontro: "Liberiamo la cultura dalla politica": "Approssimazione e grave forzatura"