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Da sx Giampaolo Marchini, Antonia Casini e Carlo Bartoli
Pisa, 28 febbraio 2025 - La mattina del 28 febbraio 2025 nelle sale del cinema Arsenale di via San Martino a Pisa si è tenuto un incontro aperto sul tema del diritto e dovere di cronaca "Legge 'bavaglio', presunzione d'innocenza e altri interventi che incidono sul lavoro del giornalista" i cui protagonisti sono stati il presidente nazionale dell’ordine dei giornalisti Carlo Bartoli e quello dell’ordine dei giornalisti della Toscana Giampaolo Marchini. Oltre a loro, presente sul palco anche la giornalista de La Nazione di Pisa Antonia Casini per una disamina accurata di casi significativi, alla luce del problema sempre più grave di difficoltà di accesso alle informazioni.
Un corso organizzato dall'Odg, dal Circolo della stampa di Lucca, dal Gruppo Stampa Versilia in collaborazione con il Cinema Arsenale e l'Alfea cinematografica.
E' emersa una difficoltà concreta che i giornalisti si trovano a dover gestire quotidianamente: da un lato il dovere professionale di informare il lettore su ciò che succede, con correttezza e qualità, dall’altro i limiti imposti dalla legge e dalle riserve delle istituzioni che impediscono di scendere nel dettaglio e informare in maniera esaustiva sui fatti avvenuti.
E' ovvio come questo rappresenti uno dei principali motivi per cui i giornali al momento subiscono la concorrenza dei social: immediati, veloci e senza dubbio persuasivi, questi ultimi si aggiornano ad ogni “scroll” o con discrete notifiche avvisano gli utenti con news, spesso fake. Queste notizie in pochi istanti diventano virali e raggiungono senza problemi comunità intere.
In moltissimi infatti vivono ormai sulle piattaforme e anche i più giovani spesso dicono di non leggere i giornali: “si informano dai social”. Ciò che i più ignorano però è che quando si fa un post, un reel o una storia non si ha il dovere di verificare le fonti, rispettare la privacy o scegliere cosa sia effettivamente notizia e cosa no, tutti elementi di cui invece i giornali devono tener conto. Ecco che, conseguentemente, l’informazione può non essere verificata, rivelarsi poco rispettosa e solo relativamente aderente allo stato delle cose. D’altro canto il giornale esce l’indomani rispetto ai fatti avvenuti, quando le notizie si sanno già perché sulle piattaforme qualcosa di vero può essere trapelato.
Inoltre non è un caso che in seguito all’avvento dei social siano venute meno le segnalazioni nelle redazioni locali che, per svolgere al meglio il proprio compito, hanno sempre fatto affidamento sul senso civico dei cittadini, oltre che sulla comunicazione ufficiale degli enti e sulle fonti. I cittadini, però, negli ultimi anni ai giornali preferiscono proprio le varie piattaforme online. Non ultimo, manca sempre più la fiducia nella figura del giornalista che spesso è associato al gossip e visto (lui sì, forse più di chi sta dietro a una pagina social) come creatore per eccellenza di allarme sociale per fame di scoop.
Incontri come quello di ieri all'Arsenale sono utili non solo per i giornalisti, che hanno così modo di confrontarsi sulle problematiche che li accomunano e lavorare sulle criticità, ma anche per l'intera cittadinanza che in questo modo ha la possibilità di comprendere le difficoltà di una categoria spesso duramente criticata. Da Pisa è partita la volontà di ricostruire quel rapporto di fiducia (anche attraverso un circolo della stampa) tra giornalista e cittadino per rilanciare l’informazione di qualità.