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Cronaca

Patto per la buona movida Pisa modello nazionale

Confcommercio porta all’attenzione del tavolo sulla legalità la campagna "Bevi responsabilmente" lanciata tra gli esercizi commerciali del centro città

Patto per la buona movida Pisa modello nazionale

di Gabriele Masiero

PISA

"Qualità è la parola d’ordine per una movida sana ed è anche il minimo comun denominatore del progetto ‘Bevi responsabilmente’ che la Confcommercio di Pisa e Livorno, in collaborazione con la Fipe nazionale, la federazione dei pubblici esercizi, ha portato all’attenzione della Confcommercio nazionale, con la speranza che diventi un modello da seguire per tutti". Parola di Federico Pieragnoli, direttore dell’associazione di categoria che ha delegato Alessio Giovarruscio a illustrare il progetto alla vicepresidente nazionale di Confcommercio, Patrizia Di Dio, che ha la delega alla legalità e sicurezza.

In cosa consiste il progetto?

"E’ una campagna di sensibilizzazione che vede gli esercenti in prima fila e un invito alla consumazione di alcolici in modo responsabile. In questo modo abbiamo portato il nostro contributo per sensibilizzare e valorizzare il divertimento sano e la movida come un fattore positivo e un’opportunità per aumentare attrattività e immagine della città. Per essere davvero efficaci, non ci interessano interventi spot, ma azioni sistematiche, capillari e coordinate con amministrazioni comunali, istituzioni e forze dell’ordine. E non solo".

Che altro?

"Abbiamo promosso serate a tema e realizzato spot rivolti ai più giovani interpretati dal comico Jonathan Canini. Insomma, una massiccia campagna di comunicazione, intitolata ‘Bevi responsabilmente’, che attraverso i nostri canali social ha raggiunto oltre 130 mila persone con più di 600 mila visualizzazioni. Inoltre, nelle piazze della Movida (Vettovaglie e Cavalieri) insieme alla Croce Rossa abbiamo distribuito migliaia di alcol test tra i giovani, per avere immediatamente un riscontro delle loro condizioni prima di rimettersi alla guida e offrendo loro uno strumento in più per imparare a gestirsi nell’assunzione di alcolici".

Lei prima parlava di qualità, a cosa si riferisce?

"Faccio un esempio solo per capirci: l’imprenditore serio ha interesse a offrire bevande di qualità e assicurare alla clientela serate di qualità. Questo cosa significa? Che gli shottini a un euro andrebbero vietati, invitando appunto a un consumo più responsabile degli alcolici, anche sotto l’aspetto della qualità di ciò che si beve che, inevitabilmente, costa di più ma limiterebbe l’abuso di alcolici a basso costo e di pessima qualità. Insieme però a un altro necessario giro di vite".

Quale?

"Una lotta senza quartiere alla vendita abusiva di alcol nelle piazze della movida da parte delle forze dell’ordine. Senza quella ogni sforzo per una movida più sana risulterebbe vano".