di Gabriele MasieroPISA
"La posizione del Pd è e sarà sempre chiara e univoca sul centro sportivo e più volte lo abbiamo affermato come gruppo e quelli sono i termini che gruppo e partito hanno sempre portato avanti e che porteremo avanti: siamo a favore del Pisa Sporting Center e abbiamo sempre lavorato per questo obiettivo". Con una lunga nota il capogruppo dem, Matteo Trapani, prende le distanze (anzi scava un fossato profondissimo) tra ciò che è accaduto l’altro ieri nell’aula del consiglio comunale, con l’emendamento proposto dal collega di partito, Enrico Bruni (e votato anche dalla dem Ramalli, da Sofia di Sinistra Unita e Gionfriddo de La città delle persone) con il quale si chiedeva di rivedere il progetto adeguandolo alle osservazioni dell’associazione ambientalista de La Città ecologica. Una fuga in avanti da parte di Bruni che ha innescato reazioni di enorme nervosismo dentro al Pd culminate a tarda sera con una lunghissima presa di distanza firmata da Trapani e condivisa anche dagli altri componenti assenti in aula al momento del voto: "Eviterei strumentalizzazioni o interpretazioni alterate durante il bilancio da parte di chi dovrebbe rappresentare con serietà il nostro Comune - aggiunge Trapani respingendo le critiche della maggioranza - e lavorare insieme per questo obiettivo per Pisa poiché la posizione del gruppo Pd è questa. Così chiara e granitica da aver votato a favore nella scorsa consiliatura per il Pisa Sporting Center e aver lavorato sin da subito per la sua realizzazione in consiglio e nella Commissione urbanistica. Proprio su questo con atti concreti lo abbiamo portato avanti e continueremo a portarlo avanti".
Intanto, ieri, il capogruppo di Diritti in comune, Ciccio Auletta, ha nuovamente detto no all’ipotesi di vendita a privati dello stadio. "Riteniamo - ha spiegato - che sia sbagliata la strada della vendita dell’Arena Garibaldi che la Giunta sta intraprendendo. Lo stadio deve rimanere un bene pubblico della città, della squadra e di tutta la cittadinanza. Questa per noi è la migliore garanzia, perché gli investitori e i privati cambiano, la squadra e l’uso pubblico di uno spazio così importante per i cittadini restano. Per questo abbiamo proposto di togliere il bene dal piano delle alienazioni". La proposta, contenuta in un emendamento, è stata respinta dalla maggioranza. "Il punto - ha osservato Auletta - non è il percorso, che peraltro non è ancora iniziato, che si sceglierà dopo avere ricevuto dall’advisor il valore dello stadio secondo una stima, bensì toglierlo, a prescindere da tutto, dal piano delle alienazioni mantenendolo così di proprietà pubblica. Poi la forma di regolazione dei rapporti tramite la convenzione si valuterà in base alle proposte che arriveranno e che ad oggi ancora non ci sono. Ma inserire l’Arena nel piano delle alienazioni, significa poterlo vendere e privatizzare un bene pubblico e questo per noi è da escludere".