
"Pd, primarie e numeri Ripartiti dalla riflessione"
Il Pd, i vertici e le ripercussioni sui territori locali. "Congressi fatti e congressi mancati. Ovvero, sull’interesse “esterno” per le primarie Pd", è il titolo dell’intervento del sindaco di Cascina Michelangelo Betti. "È piuttosto singolare registrare il forte interesse di vari esponenti politici (di destra e non solo) per il congresso e le primarie del Partito democratico", attacca il primo cittadino". La partenza. "Il Pd è uscito male dalle elezioni del 25 settembre. Uscito male, ma nella posizione di secondo partito italiano e principale forza dell’opposizione". Questo "ha portato alla convocazione del congresso, per la definizione di una linea politica più adeguata e riconoscibile per i cittadini che si collocano nel campo progressista. Personalmente sono soddisfatto degli esiti del congresso e dei risultati delle primarie, pur condividendo l’opinione che il percorso avrebbe potuto essere più anche più profondo. In ogni caso è stata tracciata una linea da cui ripartire, attraverso la discussione all’interno di una estesa comunità politica". "E’ vero che esiste un’anomalia: il Pd estende il dibattito e la scelta anche a chi si dichiara elettore del partito, senza essere iscritto. È l’unica forza politica a farlo. Questo riduce il ruolo del partito come organismo di selezione della classe dirigente, delegandone una buona parte al proprio elettorato". Il confronto interno dovrebbe riguardare tutte le forze politiche. A giugno 2019 alle elezioni europee la Lega raggiunse il 34,3% dei voti, divenendo il primo partito d’Italia. Più o meno il raddoppio rispetto alle politiche del 2018 (17,4%). Lo scorso 25 settembre il carroccio ha ottenuto l’8,8%. Da alcuni mesi, con una buona dose di fantasia, celebra il proprio successo elettorale". E non è il solo. "Si può criticare il congresso Pd, le primarie e il loro esito, ma a molti osservatori servirebbe un percorso di riflessione sul quadro politico uscito dal voto e su quale sia la loro attuale posizione".
"Andando oltre la politica dei social – aggiunge Betti – forse si accorgerebbero di essere nel numero degli sconfitti e di essere a rimorchio di chi le elezioni le ha effettivamente vinte. Intanto il Partito democratico ha fatto i propri primi passi per costruire un’alternativa".