
Pd verso il congresso cittadino. Respinto il ricorso di Ferrante dalla commissione di garanzia
Non ci furono irregolarità nel tesseramento del Pd in vista del congresso cittadino.
Lo ha stabilito la commissione regionale di garanzia del partito ritenendo inammissibile il nuovo ricorso che aveva presentato il segretario dem, Andrea Ferrante (foto). A questo punto dunque non ci sarebbero più ostacoli per convocare il congresso e procedere all’elezione di un nuovo segretario anche se ormai è praticamente impossibile immaginare di farlo prima delle prossime elezioni europee.
Il provvedimento della commissione di garanzia regionale sconfessa le tesi di Ferrante che lamentava poca trasparenza e la mancanza dei verbali di audizione: "L’istruttoria operata dalla Commissione territoriale - scrive la commissione regionale - è stata ampia ed esaustiva, nel rispetto del contraddittorio e dei ruoli istituzionali. Ed è del tutto corretto che al provvedimento della Commissione di Garanzia non siano allegati i verbali delle audizioni essendo di regola i materiali e i verbali di Commissione atti riservati".
Sotto l’aspetto meramente regolamentare le tesi di Ferrante sono state rigettate dalla commissione regionale, la quale precisa che è lo statuto nazionale del Pd a prevedere "il dovere di favorire l’ampliamento delle adesioni al partito" e che "l’attività tesa a portare ad aumento degli iscritti appaia non solo auspicabile ma addirittura doverosa ovviamente senza pregiudicare che sia offerta a tutti identica possibilità, evitando ‘che si producano forme di cristallizzazione interne ed esclusioni, discriminazioni o condizionamenti e garantendo che gli orientamenti politico culturali contribuiscano a una libera dialettica interna al partito’".
E l’istruttoria condotta, sottolinea la commissione regionale del Pd, "ha confermato come nessuna censura sia mossa in merito all’effettività delle iscrizioni che nessuno dei segretari di circolo auditi ha disconosciuto né emerge che i soggetti, diversi dai segretari e a vario titolo coinvolti nel tesseramento, abbiano operato all’insaputa o contro la volontà dei segretari stessi che hanno tutti confermato di aver validato le iscrizioni". Infine, la Commissione affronta il tema delle accuse rivolte al tesoriere Serena Dilda e precisa che "si è trovata a operare in una situazione di carente funzionamento dell’ufficio adesioni e l’istruttoria non ha fatto emergere elementi per i quali risulti un’azione lesiva del partito o tesa a generare esclusioni o discriminazioni che abbiano alterato il percorso congressuale".
Gab. Mas.