REDAZIONE PISA

‘Pepenero’ cambia pelle e inaugura il primo maggio

Il locale di chef Gilberto Rossi apre i battenti nella nuova location del ‘Miravalle’. Taglio del nastro per pochi intimi: ospiti a tavola i nove dipendenti del ristorante

di Gabriele Masiero

SAN MINIATO

"Pepenero" a San Miniato nasce per la seconda volta. E lo fa dopo avere attraversato la tempesta della pandemia senza mai perdere di vista la filosofia di vita del suo titolare, anzi del suo "papà": chef Gilberto Rossi che nel momento più complicato della sua carriera non solo ha scelto di non tirare i remi in barca, ma ha spiegato le vele e deciso di investire. Così ora da quella terrazza che domina uno dei panorami più belli della Toscana la cucina gourmet di Re Tartufo restituirà nuova vista al ristorante Miravalle e sarà la nuova, suggestiva, location proprio di "Pepenero".

"Abbiamo interamente restaurato lo spazio - spiega Rossi - investendo decine e decine di migliaia di euro e il primo maggio lo inauguriamo, anche se sarà una cerimonia simbolica, per pochi intimi visto che senza spazi all’aperto non potremo ospitare i clienti".

Perché questa data?

"Perché il primo maggio 2008 è la data del mio arrivo a San Miniato e ci ha portato fortuna. E abbiamo scelto di ‘rinascere’ nello stesso giorno".

Questa volta però senza clienti.

"Purtroppo sì, almeno a tavola. Anche se lavoreremo un po’ con l’asporto e poi spero che da giugno potremo tornare a regime. Ma inviteremo le autorità, la mia famiglia e la mia seconda famiglia: i nove dipendenti. Sarà una festa".

E’ stato però un anno durissimo. Come si riparte?

"Con la stessa carica di sempre. In fondo, il nuovo ‘Pepenero’ è nel posto più bello di San Miniato, e in uno dei più belli di tutta la Toscana. E non vediamo l’ora di accogliere e coccolare qui i nostri abituali clienti e anche molti altri. Perché qualcosa questa pandemia ce l’ha insegnato".

Che cosa?

"Che dobbiamo restare umani. E che l’umanità paga sempre. Io in tutto quello che ho fatto ci ho messo il cuore. Anche quando abbiamo aperto la gastronomia, compiendo una scelta che ci ha permesso di contenere fortemente le perdite e soprattutto di non mettere neanche per un giorno in cassa integrazione i nove ragazzi che lavorano con me. Ora quella stessa umanità, abbinata all’alta qualità della nostra cucina, la proporremo ai nostri clienti, in un ambiente dove le delizie del palato si sposano con la domotica e con gli standard più innovativi della ristorazione".

Chissà a che prezzi però.

"Il nostro sarà un menù per tutte le tasche. Continueremo a essere quelli di sempre e con tariffe invariate. L’ho imparato negli anni della Tv insieme ad Antonella Clerici: l’altissima qualità del cibo può essere proposta a prezzi popolari. Ed è quello che faremo perché bisogna intercettare anche una domanda di clientela che ha inevitabilmente ha meno soldi in tasca e anche noi imprenditori dovremo dare una mano a più gente possibile per far ripartire la nostra economia e il nostro Paese. Per questo in estate punteremo anche sul buon vino, simbolo di socialità e convivialità, e Peperino diventerà PepeVino".