Pisa, 12 dicembre 2021 - Oltre tre denunce al mese a Pisa e provincia (alcuni sono stati poi ritrovati). I dati sono dell’associazione Penelope che tutela proprio le persone scomparse ("non chiamateli fantasmi") e le loro famiglie. Ieri sono state ricordate in tutta la Toscana da istituzioni, tra cui il Comune di Pisa, che ha illuminato con un faro verde simbolo di speranza il frontone delle Logge di Banchi, e da privati con una candela alla finestra. A ricostruire chi sono questi, a volte dimenticati, è la presidente di Penelope Toscana Odv, Emanuela Zuccagnoli, (l’avvocato Francesca Zuccoli, è referente per il nostro territorio).
Quanti sono i pisani che non hanno fatto ritorno dai loro cari sul nostro territorio? "Nei primi nove mesi del 2021, sono state fatte 33 denunce: 26 sono stati ritrovati in vita o no, 7, invece, sono ancora da rintracciare. Dal 1974 al 2020, si parla di quasi mille casi, 973".
Sono più uomini o donne? "Sotto la fascia dei 65 anni sono di più gli uomini, anche se mediaticamente fa più notizia quando la protagonista è una donna".
Perché? "Se prima gli uomini se ne andavano da casa abbandonando le donne, adesso con la separazione e il divorzio, il fenomeno è in diminuzione. Dietro ci sono soprattutto problemi di natura psicologica, psichiatrica o economica".
Le cause, in generale? "I giovani possono avere dissapori con genitori, essere vittime di bullismo; le persone anziane soffrono spesso di malattie neurodegenerative; le donne subiscono violenze. Gli uomini dai 30 ai 50 anni o hanno disagi psichici o si trovano in situazioni ecomomiche difficili. E vengono rinvenuti senza vita".
A Pisa quale è la situazione? "Abbiamo fatto report per tutta la regione: qualche anno fa proprio la provincia pisana era la più colpita dal fenomeno, forse per un discorso sociale. A volte abbiamo avuto anche tre casi al giorno".
Alcuni si concludono con abbracci, altri con dolore. "Ricordo tre storie molto difficili, come quella di Roberta Ragusa, di Krystyna e dello studente Pantaleo".
E l’ultimo episodio? "Ci siamo occupati di un giovane preso a cuore da due ragazzi di Signa. Abbiamo cercato di capire chi fosse e di rintracciare i parenti. Ha scritto anche un libro di poesie: ha girato tutta Italia durante la pandemia. A fine novembre è arrivato in Toscama. I familiari erano felicissimi, sono venuti in Italia e sarebbero dovuti ripartire con l’aereo da Pisa, ma lui si è allontanato di nuovo. Stiamo cercando di monitorarlo".