Gli interrogativi posti dalla lista Cascina Civica Lavoro Sviluppo Ambiente sulla situazione delle vaccinazioni e la gestione della pandemia, non sono caduti nel vuoto. Anzi, hanno provocato una reazione da parte del resto della maggioranza, con un comunicato congiunto a firma dei capigruppo Alessia Marrucci (Pd), David Barontini (M5S) e Cristina Bibolotti (lista Masi). Se di frattura non si può (ancora) parlare, dunque, siamo davanti a un certo bolleggiume in seno alla maggioranza. "Per fortuna le amministrazioni comunali non sono sole nella lotta di contrasto al Covid-19 – spiegano le tre forze politiche –. E sarebbe opportuno che tutti fossero coscienti della necessità e delle potenzialità di strategie e interventi coordinati. Occorre provare a costruire un ragionamento sensato che proponga i termini della discussione in maniera corretta. I tempi, i modi, i soggetti attuatori, le dosi e la tipologia di vaccini che vanno a comporre la campagna in atto sono definiti in maniera rigida e centralizzata da parte del Dipartimento regionale della Sanità. In questo periodo la campagna di vaccinazione è impostata su due canali: sugli ultra 80enni con vaccino Pfizer e su alcune categorie professionali fino a 65 anni con AstraZeneca. Quest’ultimo canale dedicato in particolare a insegnanti, magistrati, avvocati, personale universitario e forze dell’ordine. Tra qualche giorno si valuterà l’opportunità di partire anche sui soggetti fragili, ma è necessario individuare i criteri di priorità. La stessa rigidità caratterizza le prenotazioni, che vengono gestite attraverso il sistema regionale e non vengono delegate ad altri soggetti".
Pd, M5S e Lista Masi ribadiscono, dunque, che il ruolo delle amministrazioni comunali è molto limitato. "Da un lato possono favorire l’attuazione della campagna di vaccinazione, coordinandosi con le Usl, dall’altro possono avanzare la richiesta di tamponi di massa nelle zone in cui il virus ha una più alta incidenza. In ogni caso le campagne informative non possono essere fatte dai singoli Comuni, se non per questioni di carattere strettamente locale, ma vengono gestite dalle Usl. In generale è il canale sanitario a dover comunicare in maniera omogenea su tutti i territori, per evitare disparità e confusione tra cittadini". Quindi il problema più prettamente politico. "In questi mesi il Coronavirus ha dato visibilità a molti soggetti, ma l’interesse maggiore dovrebbe restare quello di tutelare la salute dei cittadini. Ci può essere una giustificata preoccupazione rispetto ai numeri delle vaccinazioni. Ci può essere un disagio oggettivo nel mondo della sanità per la scarsità di dosi a disposizione in questo momento. Questi elementi non giustificano però critiche infondate all’azione amministrativa".
Igor Vanni