MARIO FERRARI
Cronaca

Il piede robotico ‘sensibile’ è pisano. E la spin off della Sant’Anna ha ideato la mano resistente

Manuel Catalano (IIT e Centro Piaggio Unipi): "Per reinserirsi nella società. Molto sensibile e capace di muoversi su terreni irregolari"

Il piede robotico ‘sensibile’ è pisano

Il piede robotico ‘sensibile’ è pisano

Pisa, 19 luglio 2024 – La ricerca robotica fa un passo avanti. Letteralmente. È stato infatti presentato la settimana scorsa al G7 della salute di Genova ‘Soft Foot Pro’, un innovativo progetto dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e del Centro Piaggio dell’Università di Pisa del primo piede artificiale bio ispirato al mondo.

Un prototipo unico a livello internazionale, premiato con diversi brevetti italiani ed europei, che può essere sia una protesi tecnologica per le persone con disabilità sia una soluzione all’avanguardia per i robot umanoidi del futuro. Tra i padri di Soft Foot Pro c’è anche l’ingegner Manuel Catalano, ricercatore dell’IIT e del Centro Piaggio di Pisa, che ha definito l’arto robotico come "un dispositivo per reinserirsi nella società in modo più sereno, naturale e trasparente, senza limitare nessuno nelle attività di tutti i giorni".

Sembra interessante.

"Lo è, ed è merito dell’ispirazione agli esseri umani. Il piede, diversamente da come si pensa, ha più articolazioni delle mani, un rapporto che invece non è complementare nelle protesi. Per questo fino a oggi i piedi artificiali sia dei robot umanoidi sia prostetici sono stati sempre poco efficienti e quasi inutili sui terreni accidentati. Ispirandoci alla struttura del piede umano, la nostra idea è stata quella di tradurre la sua ricchezza in un dispositivo tecnologico".

E il vostro progetto perché è così innovativo?

"Si tratta di un sistema che si deforma rispetto agli ostacoli, trasferisce con maggior efficienza la forza del passo e allo stesso tempo compensa i movimenti umani. Il tutto grazie a un’intelligenza meccanica nel sistema che permette di adattarsi da solo agli oggetti che incontra durante il cammino".

Quindi l’uso principale è come protesi?

"Assolutamente, stiamo avendo un riscontro ottimo nella prosteica visto che permette di avere una camminata più naturale e stabile. Inoltre è completamente water proof, garantendo quindi massima performance anche nei contesti ricreativi all’aperto come prati, spiagge e su terreni sdrucciolevoli. Da non sottovalutare poi il costo".

Cosa intende?

"Essendo stato realizzato con materiali semplici, anche se al momento non abbiamo una stima dei costi di mercato, pensiamo che Soft Foot Pro possa essere compatibile con le altre protesi sanitarie. La nostra idea è realizzare una protesi avanzata e accessibile a tutti".

Umani e non.

"Sì, oltre al target umano ci sono anche i robot umanoidi. Il concetto è che i robot moderni usano piedi che sono strutture piatte, per questo camminano in modo molto innaturale. Similmente alle protesi, un piede artificiale bio ispirato potrebbe garantire maggiore stabilità delle macchine su terreni irregolari". Avete già pensato a contesti specifici?

"Non proprio ma una macchina umanoide che può muoversi meglio su suolo scosceso, sdruccevole o instabile è una garanzia per le applicazioni future della robotica".