Per quaranta giorni ha sfidato acqua, sole e vento per coprire a piedi i 790 Km del cammino francese di Santiago di Compostela, capoluogo della regione della Galizia, nel nord-ovest della Spagna. Artefice dell’impresa iniziata il 17 agosto scorso e terminata i primi di ottobre, è stato il sessantaquattrenne Pierluigi Picchetti, di Arena-Metato, sposato con due figli e manager di una nota industria farmaceutica. Il percorso di 34 tappe, parte dalla città di Saint-Jean Pied de Port, sul versante francese dei Pirenei e attraversa le regioni di Navarra, La Rioja, Castiglia, Léon, per terminare a Santiago nella cui cattedrale sono custodite le spoglie mortali dell’apostolo San Giacomo.
Come è nata questa idea?
"Dalla lettura del libro "L’alchimista" di Paulo Coelho, che narra le vicende di un pastorello che in sogno viene incoraggiato ad intraprendere un lungo viaggio alla ricerca di un grande tesoro".
Come ha reagito la sua famiglia?
"Sia mia moglie che i miei figli hanno condiviso fin dall’inizio la mia scelta spronandomi e sostenendomi soprattutto nei momenti di difficoltà durante il percorso".
In che modo ha preparato questa avventura?
"Ho cominciato a scaricare materiale e testimonianze dal web, poi ho scelto con cura l’abbigliamento logistico e da giugno ho cominciato l’allenamento fisico con passeggiate giornaliere che da tre sono arrivate fino a 20 km".
Come si è organizzato?
"Sono partito da Pisa, ho fatto tappa a Lourdes e poi a Saint Jean Pied de Port dove ho iniziato il percorso ad una media di 20 Km al giorno. Ho trovato ristoro negli albergues, i tanti ostelli disseminati per strada ma a volte mi sono dovuto adattare in vecchi monasteri e case coloniche dormendo su giacigli di paglia insieme alle mucche". Quale è stato il tipo di accoglienza incontrato?
"Straordinario. Il pellegrino è amato e sostenuto durante tutto il cammino con continui incitamenti degli abitanti del posto e i servizi offerti hanno costi molto contenuti".
Come viene registrato il percorso?
"Attraverso un libretto a fisarmonica chiamato Credenziale, che viene timbrato in ogni tappa dell viaggio per ottenere la Compostela, il documento finale che certifica il completamento del Cammino".
Che tipo di compagnia ha incontarto durante il viaggio?
"Nessuna, si viaggiava da soli e molto spesso senza incrociare altri partecipanti, rare anche le coppie, tanti i giovani, pochi gli italiani, diversi tedeschi e olandesi e tanti americani. Dopo la cena negli ostelli venivamo invitati a parlare delle nostre esperienze nonostante i problemi dovuti alle varie lingue".
Ci sono stati momenti difficili?
"Tanti e tutti diversi. Quando sbagliavo strada, quando non riuscivo a trovare posto negli ostelli, quando pativo la lontananza dei miei cari o quando intirizzito e inzuppato aspettavo che smettesse di piovere. Ho pianto di dolore cercando sostegno nella preghiera ma anche di gioia nel godere di quell’energia universale che percepivo semplicemente sdraiandomi in un prato".
Come si è conclusa questa avventura?
"Il 27 settembre sono arrivato a Santiago poi ho proseguito verso Capo Fisterra sull’Oceano Atlantico per altri 90 km".
La cosa più bella rimasta?
"Una pace interiore e una percezione della vita mai provate".
Luciano Bartalini