ANTONIA CASINI
Cronaca

Medico ucciso a Pisa, funerali di Piero Orsini: "Non era solo in quella strada di dolore"

L'ultimo saluto al medico ucciso con pugni alla testa dallo studente 25enne. Don Claudio Masini: "Gesù ha sofferto con lui"

I funerali di Piero Orsini (Foto Enrico Mattia del Punta)

I funerali di Piero Orsini (Foto Enrico Mattia del Punta)

Pisa, 20 gennaio 2023 - In silenzio, raccolti, quasi in punta di piedi, come ha vissuto Piero Orsini. L’addio al medico, ora in pensione, nella chiesa di San Paolo a Ripa D’Arno a Pisa, è stato partecipatissimo, sentito e molto raccolto. Il parroco ha parlato del dramma nel quale ha perso la vita il 74enne spiegando che in quel momento lui non era solo. Il neurologo ha incrociato in via Bovio un 25enne fiorentino scappato dalla sala di attesa dello psichiatra dove si trovava perché avrebbe dovuto effettuare una visita, dopo che nei giorni scorsi avrebbe cercato di aggredire anche un familiare. Qualcosa nella sua mente (ora è nel reparto psichiatrico dell’ospedale fiorentino Santa Maria Nuova in custodia cautelare dopo la convalida dell’arresto) è successo. Gli sguardi dei due si sono incrociati e il giovane si è scagliato contro Orsini che stava passeggiando uccidendolo a pugni in testa. E aggredendo anche il 36enne che era intervenuto per difenderlo.

"Mi mancheranno la tua bontà, la tua etica, la tua professionalità e il tuo sorriso solare in ogni momento", uno dei messaggi scritti sul libro all’entrata della chiesa. "Ricordaci sempre il tuo sorriso, la tua gentilezza, la tua curiosità". "Un immenso dolore che non riusciamo a comprendere – afferma Don Claudio Masini – ma anche speranza nella fede la stessa che caratterizzava Piero. Una morte così inaspettata, lo affidiamo alle mani forti del Padre che conta tutti capelli del nostro capo, siamo preziosi per lui, nella speranza di ritrovarci e riabbracciarci". "Siamo attoniti per la violenza senza senso. Il male è così, sempre assurdo e si accanisce spesso verso le persone più miti e buone come Piero. Pur in pensione, si sentiva in dovere di mettere al servizio degli altri il suo sapere. Ha indirizzato tanti giovani ricercatori nella riabilitazione. A questo ha dedicato la vita. Di fronte all’assurdità della sua morte ci chiediamo, perché Dio ha permesso questo? Dove era quando quel ragazzo, che soffre di un male oscuro, si è accanito contro di lui come se fosse lui stesso il male? Gesù subiva con lui, un innocente, i colpi contro. Lui stesso ha subito nella sua carne e ha voluto conoscere il dolore proprio perché nessuno soffrisse più da solo. Ha sofferto per risorgere e dare a noi la speranza. Tutto diventa buio nel dolore ma brilla la luce della misericordia di Dio. Niente può separarci dal suo amore. Il vangelo dice che tutti coloro che vivono nell’amore e per l’amore sono beati". Poi prosegue nel ricordo del medico: "Mitezza, fame e sete di giustizia, limpidezza di cuore, bontà, gentilezza. E’ beato nonostante tutto. Affidiamo la sua anima al Signore, che sia accolta nella casa del padre, come il suo corpo martoriato. Dio asciugherà ogni lacrima". Lorenzo, il nipote, a nome della famiglia, si commuove: "Ringrazio tutti i presenti. Spero che dolore, sconforto e senso di rabbia possano evolvere in tante esperienze positive. Mio zio, sempre presente, è stato un importantissimo punto di riferimento con i suoi gesti genuini e gentili".