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Pisa dedica un lungarno a Emilio Tolaini e ricorda la mostra del 1946

Pisa intitola un lungarno a Emilio Tolaini e pianifica di commemorare la mostra di sculture pisane del 1946 con un evento nel 2026.

"L’occasione di celebrare la grande mostra del 1946"

Pisa intitola un lungarno a Emilio Tolaini e pianifica di commemorare la mostra di sculture pisane del 1946 con un evento nel 2026.

Lo scorso 30 novembre, con una cerimonia molto partecipata, Pisa ha intitolato un tratto di lungarno, di fronte agli arsenali medicei, a Emilio Tolaini. Era uno dei due impegni contenuti nella delibera che, su iniziativa di Sandra Lischi, Adriana Nannicini e Davide Guadagni, primo firmatario Matteo Trapani, era stata presentata e approvata all’unanimità dal consiglio comunale nel mese di dicembre 2023. Dell’altro impegno che era contenuto nella delibera – ricordare la straordinaria mostra delle sculture pisane del Trecento che si tenne a Pisa nel 1946 - parliamo con Sandra Lischi, docente universitaria e amica della famiglia Tolaini che alla cerimonia del 30 novembre ha tenuto l’orazione ufficiale.

Cosa rappresentò quella mostra per Pisa, subito dopo la fine della guerra? "Fu un evento che ebbe risonanza europea. Perciò abbiamo proposto che, ottant’anni dopo, cioè nel 2026, sia ricordato quella mostra voluta da un gruppo di visionari di diversa provenienza che, in una città distrutta dai bombardamenti, decisero di esporre le statue rimosse per protezione dalle collocazioni originarie".

Dove fu allestita? "In uno dei pochi luoghi ancora integri che era stato il carcere della città e che poi, grazie a quella mostra, è diventato il Museo di San Matteo. Fu un evento che indusse gli storici dell’arte a ripensare la nostra scultura. Il giovanissimo Emilio Tolaini fu tra i più attivi nella prima edizione e divenne segretario del comitato nella seconda mostra con il coetaneo Franco Russoli, fratello di Mimma, compagna di una vita di Tolaini, poi direttore della Pinacoteca di Brera, critico d’arte e uno dei massimi museologi italiani".

Quel comitato è ricordato come numeroso e composito... "Sì, la nostra città dà il meglio di sé quando si superano gli steccati per puntare al risultato. In quel comitato c’erano rappresentanti di ogni orientamento. Tolaini e Russoli erano comunisti, altri di partiti diversi, ma vi fu grande collaborazione fra tutti". Come possiamo ricordare quel grande evento? "Ci sarà da costituire un comitato promotore e un comitato scientifico e sollecitare enti e istituzioni a farsi parte attiva di un’iniziativa imprescindibile. Penso all’interesse già mostrato dalla Fondazione Pisa ma anche dall’Università. Non un’impossibile replica della mostra del 1946 ma una scelta di opere, documenti fotografici, una ricerca che diventi un libro, una giornata di incontro su quella che è stata la mostra più importante e significativa della storia della nostra città. Tutto questo sarà valutato dal comitato di esperti. Sarà importante la capacità, anche espositiva, di farsi memoria attiva e di parlare ai giovani, in un dialogo fra quei ventenni di allora e quelli di oggi".

Renzo Castelli