GIULIA DE IESO
Cronaca

Pisa di notte, la paura delle ragazze: "Evitiamo di andare in giro da sole"

Needle spiking e non solo: tre giovani donne pisane danno il loro giudizio sulla sicurezza percepita

Needle spiking e non solo: tre giovani donne pisane danno il loro giudizio sulla sicurezza percepita

Needle spiking e non solo: tre giovani donne pisane danno il loro giudizio sulla sicurezza percepita

No, Pisa oggi non è sicura. Soprattutto se si è giovani, soprattutto se si è donne. Dopo i casi di "needle spiking" della scorsa settimana, la cui notizia è stata ampiamente diffusa nelle chat studentesche, sembra essersi generato un nuovo timore in città. A parlarne sono tre ragazze, tutte e tre studentesse, tra i 18 e i 21 anni. "C’era già stato un caso di ‘needle spiking’, è successo di nuovo. Recentemente non esco a Pisa, ma è chiaro che in città non si può stare sicuri. Un po’ di inquietudine c’è, il problema della sicurezza è molto sentito", ammette Aurora Bellagamba, che però spiega che non adotterà particolari cautele rispetto a prima, al di là del "girare sempre in gruppo e solo nelle vie più trafficate" e il "non fare troppo tardi la sera".

"È assurdo che non ci siano più controlli in una città universitaria, le autorità non mi fanno sentire al sicuro", conclude. "Non mi sento mai serena a Pisa, quando esco la sera con le mie amiche cerchiamo sempre di girare in coppia. Il mio ragazzo non ci lascia mai da sole perché, ahimè, con una figura maschile tendiamo a sentirci più sicure, nonostante ci siano state aggressioni anche a ragazzi e questo non mi fa stare tranquilla ", racconta Giulia Liut. "Per tutelarmi ho la condivisione della posizione del cellulare sempre attiva con il mio ragazzo, la mia migliore amica e la mia famiglia: è stata una mia scelta, mi rende più tranquilla che sappiano dove mi trovo e che io, a mia volta, sappia dove si trovino loro". Giulia è venuta a conoscenza dei casi di needle spiking da Instagram, era già al corrente dell’episodio dello scorso settembre e dice di esserne rimasta sconcertata: "Non riesco a capacitarmene e questo mi spaventa".

"Dopo gli ultimi fatti, avvenuti di giorno, una persona si sente ancora meno sicura", continua. "Sono molto preoccupata per le ragazze più piccole: mi dispiace che debbano vivere una Pisa ancora più pericolosa di quella in cui sono cresciuta io. Avrò ancora più attenzione di prima, io e le mie amiche cercheremo di spostarci in gruppo" . "Sono una donna, so di essere nata in un mondo dove non sono sicura al 100%, che sia Pisa o non. Questi purtroppo sono fatti che accadono, per me non è cambiato molto rispetto a prima", spiega Marisa Piantadosi. "Io mi guardo sempre le spalle, in qualsiasi posto in cui vada, in ogni momento della giornata. Quando inizia a farsi sera non giro mai con le cuffiette nelle orecchie, perché non mi permetterebbero di sentire tutti i rumori intorno a me per capire se sono in pericolo. Lo faccio sempre, ormai non è più un’ossessione ma un’abitudine". "Quando sul gruppo Whatsapp dell’università hanno inviato la notizia dei casi di ‘needle spiking’ e i vari video – ho appreso così la notizia -, ci è stato suggerito di non passare per la strada ripresa, dove invece sarei dovuta andare il giorno dopo", ricorda Marisa. "L’ho scritto nella chat e in tanti si sono proposti di accompagnarmi. Conosco buona parte delle strade di Pisa come le mie tasche, so dove muovermi, faccio una selezione di dove posso passare da una certa ora in poi". "Ho pensato di comprarmi uno spray al peperoncino, alcune mie amiche lo hanno", ammette. "Il giorno dopo sono passata per la strada ripresa: devo cercare di vivere e di andare oltre agli eventi, non ossessionandomi".

Giulia De Ieso