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Pisa, i conti tornano: bilancio in attivo. Aumentano le spese, schizzano le entrate

Depositati i documenti al 30 giugno 2020: nel giro di 12 mesi si è passati da -3 milioni a un utile di +304mila euro. La nostra analisi.

I vertici della società nerazzurra

I vertici della società nerazzurra

Pisa, 17 gennaio 2021 - I tifosi possono dormire sonni tranquilli, perché i conti del Pisa sono in regola. Ecco le voci più importanti del bilancio nerazzurro. Il bilancio di una società di calcio, come è noto, ha una sua particolarità e non si può paragonare a una qualsiasi altra realtà, perché molto incide dal patrimonio rappresentato dal valore mutevole dei calciatori e dai contratti o dai diritti tv. Tutte variabili che, nel corso di pochi mesi, possono cambiare a seconda della categoria e dell’andamento sportivo.

Il Pisa, in questo contesto, si conferma realtà sana e virtuosa tra le poche società di calcio in Italia ad essere in attivo. Ieri infatti è stato reso noto l’ultimo bilancio di esercizio al 30 giugno 2020, approvato dopo l’assemblea dei soci del 14 dicembre scorso. Se dal bilancio precedente il Pisa aveva migliorato la propria perdita, passando a oltre 7 milioni di euro di passivo a 3 milioni, in quest’ultimo è stato fatto un ulteriore salto in avanti, perché la società è riuscita a produrre un utile di 304.258 euro, concludendo in attivo. Un trend che conferma, una volta di più, i motivi per cui il Pisa è così appetibile anche a livello internazionale come dimostra l’affare-Knaster. In particolare il valore della produzione è aumentato, dai 5.845.569 euro del bilancio precedente, fino alla cifra di 13.719.569 euro, arrivando più che a raddoppiare questo valore. Anche i costi di produzione, ovviamente, sono aumentati, passando dai 10.269.265 euro del 2019 ai 13.245.820 del 2020. Il miglioramento della situazione economica si evince anche dalla determinazione del rischio, passata in tre anni prima da «alto» poi a «moderato» e, infine a «basso».

Al tempo stesso, però, gli stipendi sono aumentati di poco più di un milione di euro, passando dai 5.293.086 del 2019 (serie C) ai 6.308.880 del 2020 (serie B). Dato più che positivo invece l’aumento del patrimonio netto che è cresciuto dai 213 mila euro dell’anno scorso agli 813 mila euro di quest’anno. Vi sono anche altre voci rilevanti da analizzare: uno su tutti i dati della biglietteria, che hanno prodotto 1.540.680 euro di ricavi, tra gli abbonamenti (892.947 euro) e il botteghino (605.380) più altri ricavi dal settore giovanile, con un incremento del 46% rispetto alla stagione precedente grazie ai suoi 5.271 tesserati. La promozione in Serie B, inoltre, ha anche permesso notevoli introiti dalle mutualità, ovvero i proventi riconosciuti dalla Lega B che comprendono vari parametri, tra cui contributi federali e il minutaggio per gli under 23. Il Pisa infatti ha incassato 4.682.076 euro di mutualità. Bene anche i diritti tv, con ricavi per 1.376.854 euro, a cui si aggiungono 294.000 euro di Coppa Italia e 1.199.751 di sponsor. Ultimo dato significativo, i 3 milioni e 900mila euro di plusvalenze, tra cui spicca la cessione alla Juventus di Gori. Dal verbale dell’assemblea dei soci il Pisa ha deciso di destinare i suoi utili di 304.348 euro in 2000 euro di riserva legale, 30.426 euro al settore giovanile (pari a circa il 10% degli utili) e, infine, 271.832 di riserva straordinaria. Tra i fatti di particolare rilievo, non poteva mancare il Covid-19: «La sospensione del campionato - si legge - ha inciso negativamente sui ricavi e sulla capacità di raccolta pubblicitaria». Inoltre gli stipendi sono stati spalmati, «con stipula di transazione con rinuncia (oltre che spalmatura) dei tesserati da parte della retribuzione e con l’erogazione di contributi a fondo perduto da parte della Figc». Guardando al futuro, il prossimo bilancio sarà senza dubbio condizionato dai mancati introiti e dalle spese aggiuntive causate dal Covid-19, ma il sindaco revisore Antonio Moretti è ottimista, chiarendo che «la maturazione di una perdita di esercizio riferita alla stagione in corso (2020/21), risulta tuttavia ad oggi coperta dai finanziamenti soci e da altre poste del patrimonio netto nonché e, soprattutto, dall’impegno scritto del socio unico, ove ciò non bastasse». 

Michele Bufalino