
Lo scheletro di Kenamun al centro della stanza delle Collezioni Bresciani (foto Del Punta per Valtriani)
Pisa, 1 marzo 2025 – Pisa, patria dell’egittologia. Città dove è nato Ippolito Rosellini, considerato il padre di questa disciplina con la spedizione franco-toscana in Egitto e in Nubia (1828-1829). Eppure sono ancora troppo pochi i pisani, figuriamoci i turisti, che conoscono le meraviglie dell’Egitto conservate nella nostra città. Gli accessi nei due musei (del sistema museale di Ateneo) che conservano mummie e sarcofagi, sono cresciuti negli ultimi tempi, ma restano dei piccoli tesori tutti da scoprire. Alle "Collezioni di Edda Bresciani", grande studiosa che si laureò a Pisa e ottenne la prima donna che ha avuto una cattedra in Italia in questa scienza, di via San Frediano, nel 2024 hanno fatto visita 2.727 persone; al Museo di Anatomia Umana "Filippo Civinini" in via Roma, 2.562. Perché non riunire tutto quello che a Pisa si trova sull’Egitto, comprese le testimonianze sul fondatore della disciplina, e realizzare un percorso (o una struttura) dedicati per far conoscere reperti rari a quasi 200 anni dai viaggi in quelle terre?
Le Collezioni Egittologiche "Edda Bresciani" dell’Università di Pisa "rappresentano oggi un punto di riferimento per gli studiosi e gli appassionati di archeologia e storia dell’antico Egitto per l’importanza dei suoi reperti, specialmente quelli provenienti dall’area dell’antica Nubia, in larga parte frutto degli scavi effettuati sotto il patrocinio dell’Università di Pisa", si spiega nel sito ufficiale. La storia: le Collezioni nascono nei primi anni Sessanta, con una prima donazione di Laura Birga Picozzi, discendente proprio della famiglia di Rosellini che, insieme a Jean François Champollion, guidò la famosa spedizione. Nel 1964 si è aggiunta la Collezione Schiff Giorgini, che racchiude circa 400 oggetti, provenienti dagli scavi condotti da Michela Schiff Giorgini in Sudan sotto il patrocinio dell’Università di Pisa. E ancora: quattro anni dopo è stata acquisita la raccolta degli Ostraka di Ossirinco, 1500 frammenti di vasellame di terracotta (supporti scrittori). Protagonista dell’esposizione, lo scheletro di Kenamun al centro della prima stanza del museo, che arriva dalla necropoli di Tebe, XVIII dinastia (XV secolo a. C.). Nel 2022 è stata organizzata qui una mostra con tre preziosi reperti dell’Opera della primaziale donati nel 1830 da Gaetano Rosellini.
Due mummie egiziane sono poi esposte all’interno della Scuola Medico-Chirurgica (Museo di Anatomia umana, sempre dell’Unipi) in via Roma dove è visibile anche un sarcofago dipinto con disegni bellissimi, molto ben conservati dell’VIII inizio VII secolo a. C. Un’altra grande opportunità di conoscenza offerta da Pisa.