REDAZIONE PISA

Pisa, maratona bilancio in consiglio comunale: centrodestra respinge 728 emendamenti

In consiglio comunale a Pisa, il centrodestra respinge 728 emendamenti delle opposizioni durante la maratona bilancio.

Arriva il rifornimento di caffè grazie al presidente Alessandro Bargagna

Arriva il rifornimento di caffè grazie al presidente Alessandro Bargagna

di Gabriele MasieroPISAVe lo ricordate l’"esercito del selfie". Era l’estate del 2017 quando Takagi & Ketra cantavano le gesta di chi "si abbronza con l’iPhone". Un tormentone che ancora oggi fa ballare gli italiani. Ecco, ora quasi a Natale, in Sala delle Baleari, sembra a volte (soprattutto a tarda ora) di essere in spiaggia. Outfit invernale, ma stessi sorrisi smaglianti stile vacanze di ferragosto per alcuni consiglieri comunali che via social aggiornano i followers sulla maratona bilancio. Contenuti quasi zero, ma un selfie (che diamine!) vorremo pure farcelo. E così clic, sorrisi, screenshot e post sui social. La politica è anche questa e la "guerra" tra maggioranza e opposizione, a Pisa addì 2024, si fa anche così. Il centrodestra colora di rosso (e la politica non sa essere perfida quanto la tecnologia) i suoi posti sul maxischermo ogni volta che vota e respinge, colpo su colpo, ognuno dei 728 emendamenti presentati dalle opposizioni. Dal lato opposto le caselle diventano verdi ma il divario è schiacciante. Ah già, lo si sapeva anche prima. Ci si accapiglia pure, in pochi istanti: basta una smorfia da una parta o dall’altra dell’emiciclo e parte una gazzarra. Quasi sempre condita dai sorrisetti smaliziati di chi sa che è tutto (o quasi) parte di un copione preordinato. Presidente (Alessandro Bargagna, Lega) e vicepresidenti di turno (Maria Antonietta Scognamiglio del Pd e Alessandra Orlanza di Fdi) si avvicendano sullo scranno più alto dell’assemblea cittadina per governare che il rito della democrazia si celebri senza particolari intoppi. Qualcuno sbadiglia, mentre un collega interviene, altri escono dall’aula per concedersi una sigaretta, ogni tanto (ma proprio di rado) qualcuno dal fronte opposto replica. Ma questa sei giorni di consiglio comunale per approvare il bilancio è senza pathos, esito già scritto. La manovra passerà senza modifiche, la prova di forza non è possibile nei numeri e allora, devono avere pensato dalle opposizioni, "che restasse lì notte e giorno il centrodestra a ratificare le sue ricette per la città. I regali di Natale ad amici e parenti? Se hanno tempo li andranno a comprare la prossima settimana". Ma qualcosa, hanno sentenziato tra gli strateghi più avanzati, può sempre andare storto. E in questa sei giorni di emendamenti e chiacchiere inascoltate, l’inciampo avviene all’alba della discussione. Lunedì al primo voto il centrodestra, sottovalutando il pericolo, non ha serrato sufficientemente i ranghi: troppe assenze e la prima delibera passa solo grazie anche ai voti del centrosinistra che, sì, vota contro ma esprimendosi garantisce il numero legale. Insomma, un doppio autogol e palla al centro. Il sindaco Michele Conti non la prende bene, si alza dal suo posto e va a chiarire (con toni perentori) che il consiglio comunale non è una vacanza e bisogna starci. Scattano i turni. Anche tra i componenti della Giunta. E come un timelaps fuori dalle vetrate si osserva il sole alto del mattino, l’imbrunire e il buio a notte fonda. Oggi è giovedì. Altri tre giorni di voto. Forse meno se si riesce a correre. Chissà che sabato non possa essere la giornata dello shopping. Lo sperano almeno gli impiegati comunali fatti prigionieri dalla politica.