
Tifosi nerazzurri allo stadio
"Nel Trecento Pisa era una metropoli. La Spezia un borgo di poche persone dedite alla pesca". Lo dice una spezzina doc, la professoressa di Storia medievale di Unipi, Enrica Salvatori. Abbiamo scomodato la docente ("…non mi frega un granché del calcio, anzi non me ne frega nulla"), per capire se la rivalità calcistica tra le due città avesse appigli blasonati nella storia dal meioevo al Rinascimento.
Pisa e La Spezia rivaleggiavano? Per mare, per terra, per fini commerciali?
"Assolutamente no. Nel Medioevo, o nel Trecento non vi è nessuna traccia di ostilità, di conflittualità. Le due città, diciamo così non erano paragonabili".
Nel senso che..?
"Pisa era in auge. Era una metropoli. Ciò che divenne poi La Spezia era davvero un borgo, in un golfo. Pisa aveva altre grane, le aveva con Genova".
La Spezia era nel mezzo alla contesa tra Pisa e Genova?
"No. Non era contemplata, nel senso che i conflitti erano tra le due città marinare per eccellenza. La contesa era sulla bassa Lunigiana, sull’intero territorio che comprendeva la linea fiume Magra, Sarzana, il Golfo dove c’era anche La spezia ma come borgo".
E forme di invidie campanilistiche storiche?
"Ma quali campanilismi? Voi avevate il Campanile, la Torre. Dubito che ci fosse anche un solo campanile in quel piccolo paese affacciato sul golfo. La Spezia diventa importante e inizia la sua ascesa nell’800 con gli arsenali, con il porto. Diventa provincia con regio decreto nel 1923".
Guarderà la partita? Chi tiferà?
"Il calcio non mi interessa. Tiferò comunque Spezia, seppure blandamente".
La docente dunque, ha sgomberato il campo da rivalità che affondassero nella storia anche passatissima. Passando in tutt’altro campo, anche dal punto di vista enogastronomico, le due città sono vicendevolmente neutre: i pisani mangiano cozze, gli spezzini i muscoli (come i carrarini, d’altronde). Genova litiga con Pisa per la creazione, l’invenzione della cecina (per loro si chiama farinata) ma gli spezzini adottano un altro nome e la chiamano "fainà". Insomma anche in questo ambito, le due città non rivaleggiano, così come va ammesso ed è oggettivo, che il mare dove sguazzano le acciughe spezzine (Monterosso), beh è tutto un altro mare. L’"acredine" dunque tra le due città è prettamente sportivo-calcistico, non affonda in circostanze storiche medievali, rinascimentali o ancora pi recenti e le due sfidanti sul campo domenica non hanno contese o dispute nemmeno di natura cultural- gastronomica.