CARLO VENTURINI
Cronaca

Lutto nel mondo pisano dell’arte, addio al pittore Enrico Fornaini

Ritrattista di schietta impronta annigoniana. Le sue opere sono esposte in case, palazzi,chiese di mezzo mondo

Addio al pittore Enrico Fornaini

Il pittore Enrico Fornaini con il celebre ritratto di Hillary Clinton

Pisa, 1 settembre 2024 – “Posso mangiare anche solo un panino tutta la vita ma io vivo di pittura, dell’ arte che si affaccia su tutti poveri e ricchi”. E’ questo il lascito morale ed artistico di Enrico Fornaini, pittore pisano, paesaggista, ritrattista ed annoverato dall’Università di Siena tra i cinque artisti in Europa dediti alla tecnica dell’affresco. Fornaini è deceduto all’età di 80 anni, cinquanta dei quali passati a dipingere, scolpire e soprattutto ad insegnare. “Non ha mai avuto timore a trasmettere agli altri le proprie tecniche - dicono i figli Fabio e Francesco -. Ha condotto la sua esistenza in nome dell’arte senza alcuna malizia, senza gelosie e senza mai speculare”. Fornaini era pisano, le sue esequie si terranno domani alle 17.30 nella chiesa di Madonna dell’Acqua perché lì fece il suo primo affresco e così il cerchio della vita, quella a cui si è dedicato, si apre e si chiude nel luogo simbolo. Ma l’elenco delle sue esposizioni nazionali ed internazionali è lunghissimo da New York, a Norimberga, a Teheran, a Roma e Milano E poi la ritrattistica e la paesaggistica appresa da maestri quali Luigi Annigoni e Romano Stefanelli. “Li ha sempre considerati maestri e tipico del suo carattere, non ha mai vissuto e lavorato per superarli. Anzi quando gli dicevano che aveva superato i maestri, ci rimaneva male”: ricordano i figli. “Grazie a nostro padre, abbiamo avuto una vita immersa nell’arte e l’arte così come ce l’ha fatta vivere, è bellissima, è nobile. Capitava di andare con lui e conoscere Rita Levi Montalcini, Madre Teresa di Calcutta. E poi Gaber, il cui ritratto è ancora della famiglia. Ma non si stancava mai di dirci che l’arte è per tutti. Non faceva distinzioni di colori dei partiti. Ha lavorato per la 46esima Brigata con il monumento ai caduti così come ha fatto le scenografie delle opere pucciniane a Torre del Lago”.

La sua capacità creativa non conosceva il limite della materia; il “pittore della corrente della realtà”, usava con sapienza il marmo, come i pastelli, gli acquerelli, l’olio e soprattutto l’affresco. “In alcuni libri – ricordano i figli – abbiamo ritrovato fogli con appunti della sua tecnica che ricalca quella originale del ‘400”. A ricordarlo poi, è il poeta Alessandro Scarpellini che scrive: “Lieve il tuo sorriso sfiora la luna, si tuffa nella notte e nei vicoli di Pisa, diventa gatto che lecca i colori”. . Commosso il ricordo dell’assessore alla Cultura del Comune di Pisa, Filippo Bedini. “Personalmente oggi, appena saputo che Fornaini ci ha lasciato, sono stato preso da due rimpianti – ha scritto – il primo è quello di averlo conosciuto soltanto fugacemente, avendolo incontrato un’unica volta per proporgli di dipingere il Palio per il Gioco del Ponte, obiettivo purtroppo mai concretizzatosi, non per mancanza di volontà; l’altro è quello di non aver fatto in tempo, in questo anno di delega alla cultura, a proporre a Fornaini di inserirsi con una sua mostra personale nel progetto che abbiamo intrapreso di offrire ai pittori pisani spazi di proprietà comunale, in particolare il Fortilizio della Cittadella e la chiesa della Spina, per esporre alcune delle loro opere. Desidero esprimere, a nome dell’amministrazione comunale e mio personale, la più sentite condoglianze alla famiglia”. “Ho il rammarico – così l’assessore Riccardo Buscemi –. di non avere fatto in tempo a fargli realizzare un affresco in città legato a un progetto di cui gli avevo accennato e per il quale lui si era reso disponibile con la consueta gentilezza”. Cordoglio dall’Accademia dei Disuniti, con il Console Ferdinando Ciampi, i Consiglieri e i Disuniti tutti.