di Mario Ferrari
PISA
"Tra dieci anni potrebbe essere difficile trovare artigiani. Già oggi ci sono più avvocati che idraulici". È una situazione allarmante quella fotografata dall’Associazione Artigiani e Piccole Imprese (Cgia) che ha analizzato i dati degli impiegati nel settore delle manifatture dal 2012 al 2023, evidenziando un calo su tutto il territorio nazionale di circa 410mila unità (da 1.867.000 a 1.457.000). Un crollo che purtroppo coinvolge anche Pisa, che nella classifica delle province si trova quasi a metà: dai 15.919 artigiani nel 2012, ne sono rimasti 12.414, un calo di 3.505 persone che corrisponde al -22% del totale. Poco meno di uno su quattro.
Secondo il presidente della Camera di Commercio Toscana Nord Ovest, Valter Tamburini, la causa principale è "una trasformazione del mercato, orientata molto di più sull’usa e getta fatto in serie e consegnato a domicilio, insieme a un mancato ricambio generazionale che ha portato alla chiusura di moltissime aziende di famiglia, conseguenza di decenni di svalutazione del lavoro manuale".
"Capisco che tutti i genitori desiderino l’emancipazione dei propri figli - dice -, ma per farlo non esiste soltanto la strada dell’università. Tutti i settori lavorativi sono nobili, e dobbiamo impegnarci per riavvicinare i giovani ai mestieri manuali che, oltre a dare grandissime soddisfazioni, sono molto avvantaggiati nella ricerca del lavoro". Ed è proprio sulla possibilità di trovare un impiego che insiste il presidente Tamburini. "Un rinnovato interesse per l’artigianato da parte dei giovani potrebbe innanzitutto garantire il ricambio generazionale che è mancato tra padri e figli. Molti anziani artigiani infatti non sanno a chi lasciare le loro attività e dei ragazzi e ragazze volenterosi e capaci potrebbero essere la soluzione. Inoltre, le aziende sono sempre più alla ricerca di figure intermedie tra diplomati e laureati, che siano specializzati e intraprendenti, da inserire nelle loro fila. Investire nell’artigianato vuol dire stare al passo coi tempi".
Una conferma dell’attrattività di molte mansioni manuali arriva anche dal report della Cgia, che registra infatti una costante crescita nei settori del benessere, dell’informatica e del comparto alimentare. Nello specifico, c’è una grande richiesta su tutto il territorio di acconciatori, estetisti e tatuatori, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i videomaker e gli esperti in social media, mentre per il food segnali positivi arrivano per le gelaterie, le gastronomie, le pulitintolavanderie a gettone e le pizzerie per asporto. "Come Camera di Commercio - continua Tamburini - il nostro impegno sarà sempre più portato alla promozione dell’artigianato nei giovani, sostenendo con forza gli istituti tecnici superiori e incentivando i ragazzi a mettersi in gioco come imprenditori. È importantissimo che si rinnovi l’interesse verso il mondo dell’artigianato: in molti mestieri che oggi stanno sparendo è conservata una grande parte della cultura dei nostri territori e del nostro Paese e se non ci saranno più significherà una grande perdita per tutti noi".