REDAZIONE PISA

Guai per i ponti della provincia pisana. Sull’Elsa uno è opera di Morandi

A San Miniato uno dei primi firmato dall'ingegnere

Un ponte sotto osservazione (foto archivio)

Un ponte sotto osservazione (foto archivio)

Pisa, 16 agosto 2018 - I ponti della provincia pisana sono da mesi sotto la lente e al centro di nutrite polemiche. Chiuso per mesi quello di Ripafratta, e ora quello di Pontasserchio, per lavori urgenti di messa in sicurezza. Da quello di Calcinaia di cui, fra le altre cose, solo da poche settimane sono terminati i lavori, alla vicenda di Cascine di Buti che per criticità è stato sostituito da una struttura provvisoria «Bailey». Ma in provincia di Pisa, segnatamente nel Comune di San Miniato, c’è uno dei primi ponti «firmati» dall’ingegnere Riccardo Morandi (lo stesso del viadotto caduto a Genova). E’ uno struttura di calcestruzzo armato precompresso, una tecnica assolutamente innovativa per l’epoca – siamo sulla fine degli anni ’50, per quanto riguarda l’opera di San Miniato – con cui l’ingegner Morandi progettò appunto ponti, costruzioni industriali, centrali termoelettriche, guadagnandosi inviti a tenere conferenze da organismi e centri di ricerca in tutto il mondo. Di questo ponte, piuttosto piccolo, che si trova nel sanminiatese in località Canneto, ci parla Paolo Bianchi, geometra del Comune di San Miniato. «Sì, quello è un ponte Morandi – spiega – che, diciamo, collega la campagna sanminaitese con la zona empolese. Quando fu costruito, riteniamo, abbia svolto un ruolo assolutamente importante per la rete viaria del tempo. Oggi è usato per lo più che coloro che da San Miniato procedono in direzione Castelfiorentino, e vogliono evitare la strada 429, molto trafficata e piena di semafori». «Si tratta, appunto, di un ponte realizzato con quella che fu una tecnica assolutamente innovativa – aggiunge Bianchi – che valorizza le potenzialità del cemento armato». Morandi, infatti, fu uno studioso del cemento armato, della sua forza, delle sue possibilità, ma anche della sua economicità. I suoi brevetti mirano ad ottenere ciò che di meglio questo materiale può dare attraverso lo studio non solo di nuove soluzioni tecniche ma anche di nuove strutture spaziali. «Non ci risulta che questo ponte abbia mai mostrato problematiche o criticità – rileva il tecnico –. Qualche anno fa ha subìto alcuni lavori ad una banchina, ma mai interventi a livello strutturale».

Poi è stato oggetto di saltuarie manutenzioni effettuate o dall’amministrazione di San Miniato o dal quella di Empoli: il ponte si snoda esattamente sul confine ed unisce una sponda sanminiatese ed una empolese del fiume Elsa. Le dimensioni, appunto, sono piuttosto piccole: si parla di circa cinquanta metri di lunghezza e di cinque metri di larghezza, sufficiente per lo scambio dei veicoli in entrambi i sensi di marcia. Il ponte si trova a Canneto, immediatamente dopo l’ex allevamento di tacchini, sulla destra procedendo in direzione Castelfiorentino.

Carlo Baroni