Un presidio di protesta di Usb davanti la sede di Eni-gas e luce di viale Bonaini dopo la tragedia dei cinque morti nell’esplosione nello stabilimento dell’Eni di Calenzano. "Non si tratta di fatalità, bensì di stragi. Si fanno profitti, si disinveste in sicurezza e tutela ambientale e dobbiamo fare la conta dei morti che la mattina salutano la famiglia che non rivedranno la sera". C’è tanta rabbia nelle parole di Alessandra Benvenuti Usb-Piaggi che continua: "Si tratta dell’ennesima ferita inflitta al nostro territorio. Un disastro terribile e, ancora una volta, non è possibile dire che si sia trattato di una fatalità. I rischi di esplosione del deposito infatti si conoscevano bene e da anni. Non si deve parlare di incidente, è l’ennesimo atto di guerra contro lavoratrici, lavoratori, cittadine e cittadini. È l’ennesima strage perpetrata in nome del profitto, in una guerra combattuta con le armi della deregolamentazione, dell’impunità, del ricatto tra vita, salute e lavoro". Interviene Cinzia Della Porta: "Basta con il finto cordoglio! Governo, imprese e associazioni di rappresentanza devono assumersi le proprie responsabilità: imprenditori che pensano solo al profitto agendo al massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte ben precise, non sono una fatalità. Si arriva a queste tragedie grazie a quanto si permette a livello governativo". "Per questo – riprende Benvenuti - nei mesi scorsi abbiamo chiesto l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime. Alla guerra si risponde con la resistenza. È ora di preparare la controffensiva. Queste stragi si devono impedire. Oggi più che mai è urgente costruire una mobilitazione sociale ampia in difesa della nostra vita, del nostro lavoro, dei nostri bisogni".
Carlo Venturini