Prevenire e combattere l’Hpv (Human papilloma virus), malattia sessualmente trasmessa più diffusa al mondo, oggi è più semplice grazie ai programmi di screening, alla vaccinazione e a cure innovative sempre più efficaci. Ma occorre tempestività, multidisciplinarietà e un livello avanzato di sviluppo del sistema sanitario. L’infezione interessa oltre l’80% (4 persone su 5) della popolazione sessualmente attiva di entrambi i sessi e Hpv provoca il 5% di tutti i tumori nel mondo. Unire le forze e concentrare gli sforzi non solo dal punto di vista della ricerca medica e dell’applicazione clinica ma anche dell’organizzazione dei sistemi sanitari, per ridurre l’incidenza dell’infezione e le conseguenze spesso gravi cui dà seguito se non curata in tempo: si questo si parlerà a Pisa l’8 giugno con i massimi esperti da tutta Italia e Usa per il Focus multidisciplinare su papilloma virus (Hpv) al Polo Fibonacci dell’Università di Pisa (Aula Pontecorvo). Il convegno prevede anche un’appendice “pratica” il giorno prima, il 7 giugno, attraverso il corso precongressuale dedicato all’anoscopia ad alta risoluzione (Hra-High resolution anoscopy), che si tiene al Centro clinico di Proctologia e pavimento pelvico dell’Aoup al presidio ospedaliero di Cisanello – Edificio 30) e si rivolge a tutte le figure sanitarie dall’infermiere al medico, dall’igienista dentale all’odontoiatra e all’ostetrica. Oggi nel mondo vengono acquisite ogni giorno più di 1 milione di infezioni sessualmente trasmissibili (IST), la maggior parte delle quali è asintomatica. E l’Hpv è fra queste, anche se oggi la prevenzione ha più armi a disposizione. Ed è ormai dimostrato che il sesso maschile costituisce il principale serbatoio biologico del papilloma virus. Ma la vera sfida è evitare che esso provochi malattie più gravi.
E i virus purtroppo lo fanno. In Italia l’8.5% dei tumori è di origine virale; nel 2022 sono state 390.700 le nuove diagnosi di tutti i tumori (205.000 negli uomini e 185.700 nelle donne). Nel 2020 erano 376.600 (194.700 negli uomini e 181.900 nelle donne). nnanzitutto bisogna rafforzare lo screening e la vaccinazione (preventiva e secondaria) ma, soprattutto, seguire un trattamento preventivo efficace che richiede un livello di sviluppo del sistema sanitario che pone ancora sfide non solo nei Paesi in via di sviluppo ma anche alle nostre latitudini. In Aoup dal 2015 si è sviluppato un percorso multidisciplinare che pone al centro le persone con infezione da Hpv e che va dalla prevenzione alla diagnosi, alle possibilità di trattamento.La pandemia non ha rallentato né interrotto queste attività cliniche. Adesso è giunto il momento di riprendere anche le riunioni scientifiche.