Pisa, 19 maggio 2023 – Un maggio instabile, pazzo, un po’ schizofrenico e l’estate sarà "brutale" per il prevalere dell’anticiclone africano. Andrea Pardini della Rete meteo amatori fa una analisi di cosa ci aspetta per questa coda di primavera (se mai c’è stata) e cosa attendersi per l’estate: ombrello o ombrellone? In realtà, verrebbe da tirar fuori un adagio da tifoso e cioè "mai una gioia".
"Attualmente – dice Pardini - e cioè alla seconda decade di maggio sembrerebbe un inizio stagione purtroppo drammatico per le perturbazioni che hanno colpito duro la nostra penisola. I modelli ci dicono che per il breve medio periodo al momento non c’è uno sviluppo verso una fase meteorologica prettamente stabile, ma sembrerebbe piuttosto una partenza di stagione diversa rispetto allo scorso anno". Ossia ci dovremmo ancora sobbarcare per molto l’altalena delle temperature e l’alternarsi delle schiarite a rovesci o precipitazioni modeste.
"Manca in questo momento l’alta pressione che dà stabilità. Siccome non è arrivata, siamo in balia delle correnti che portano alla instabilità atmosferica". Una instabilità che colpisce maggio ma non si esclude che continui fino a giugno inoltrato. Per l’estate c’è poco da stare allegri o meglio i cultori delle temperature da altoforno siderurgico potranno gioire, un caldo però non torrido bensì umido. "Ci basiamo – dice Pardini – su calcoli, simulazioni e modelli stagionali ad alta risoluzione. Non si può predire con esattezza le temperature di agosto o luglio, possiamo dare una sorta di tendenza su quanto già avvenuto nelle estati precedenti". C’è però una certezza e cioè che ci sarà un’anomalia. "L’anomalia vera – riprende Pardini - a cui siamo purtroppo abituati è la rimonta dell’anticiclone subtropicale africano, comunemente chiamato ‘Anticiclone Africano’, che si spinge con un promontorio accentuato su tutta Italia".
Se ne sente parlare già da un bel po’ dell’Africano. "Sì però, l’estate tipica italiana sarebbe in realtà dominata dall’anticiclone delle Azzorre. Meno ‘brutale’ nelle temperature, con un caldo meno afoso e più variabile nelle condizioni atmosferiche con anche piogge sui rilievi. Questo anticiclone che era tipico in Italia, comportava la possibilità di infiltrazioni, soprattutto a quote medie di correnti più fresche e umide dai quadranti ovest/nord Ovest, rendendo molto più elevata la possibilità che si sviluppino temporali pomeridiani, di tipo convettivo, specie lungo i rilievi. L’anticiclone africano invece, oltre ad essere brutale porta con sé un’alta dose di umidità". Il caldo afoso non è certo un toccasana per persone fragili come anziani e bambini. "Ricordiamo che anche le ondate di calore estreme, sono un indicatore di cambiamento climatico, oltre a far vittime tra le persone più fragili. Anomalie di questo tipo, rendono il Mediterraneo purtroppo un hotspot dei cambiamenti climatici, con notevoli problemi come l’aumento temperature superficiali del mare, tropicalizzazione dello stesso, fenomeni estremi appena si profilano correnti umide o freddo umide".