Pisa, 23 aprile 2023 – Un uomo di 35 anni di Viareggio – Gianluca Paul Seung – è stato fermato alle 4 di stanotte dalla Polizia di Pisa come sospetto autore del tentato omicidio premeditato della dottoressa Barbara Capovani. Si tratta di un uomo che è stato in passato paziente dello stesso reparto dove lavora la dottoressa aggredita; le accuse nei suoi confronti sono tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e lesioni gravissime.
Dal profilo social dell’uomo (nella foto) emergono frasi sconnesse e deliranti: si definisce “sciamano” e non si contano i post complottisti che ha pubblicato o condiviso a tutto campo, da Draghi alla guerra in Ucraina, dai chip al satanismo. Avrebbe diversi precedenti e anche fogli di via dalle province di Prato e Lucca, oltre a un procedimento penale pendente per un’aggressione avvenuta in tribunale a Lucca a febbraio 2022, quando aggredì una guardia con uno spray al peperoncino. Ma di procedimenti pendenti “per reati di indole violenta” ne ha diversi, anche per reati sessuali ed evasione dai domiciliari.
Seung era già conosciuto alle forze dell'ordine anche perché aveva inviato a nome dell'Associazione difesa utente psichiatrico (Adup), di cui si proclamava referente, numerose lettere a prefetture, questure, comuni e ministeri, con un tono farneticante, per denunciare presunti complotti, di cui parlava anche sui social e su youtube, che spaziavano dalla vendita di cellule staminali alle sette sataniche, fino al traffico di stupefacenti.
Spray che ha usato anche la scorsa notte quando la squadra mobile ha fatto irruzione nella sua casa di Torre del Lago, dove si era barricato dopo essersi cambiato scarpe e vestiti. Adesso è in carcere a Pisa. Si cerca l’arma del delitto; in casa invece è stata trovata una balestra.
A Seung si è arrivati partendo da una testimonianza che lo collocava il giorno prima al Santa Chiara, proprio alla ricerca della dottoressa, che aveva cercato di incontrare senza riuscirci. Poi la visione dei filmati delle telecamere ha permesso di ricostruire con precisione l’accaduto: la terribile violenza, infatti, è stata interamente ripresa dagli occhi elettronici in funzione nel complesso ospedaliero.
La vittima
Intanto la psichiatra versa in condizioni disperate in ospedale: l’ultimo bollettino della tarda serata di sabato dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e della Asl Toscana nord-ovest riferiva di una prognosi riservata in un quadro clinico “di estrema gravità”. Condizioni gravissime, disperate anche se alcuni incauti annunci (anche per mano di fonti pur qualificate...) avevano sparso la voce del decesso di Capovani già sabato sera, notizia rilanciata perfino da un sindaco.
Le telecamere, si diceva: si vede l’uomo percorrere la distanza che separa l’ingresso dell’ospedale Santa Chiara dall’androne dell’edificio 3, ingresso A di Psichiatria universitaria, luogo della brutale aggressione. All’andata è calmo, al ritorno corre e salta la sbarra all’ingresso.
Barbara Capovani è considerata un’eccellente psichiatra, stimatissima nell’ambiente. Nata a Viareggio 55 anni fa, ma da considerarsi pisana a tutti gli effetti, madre di tre figli, la dottoressa è stata aggredita intorno alle 18 di venerdì, dopo aver timbrato il cartellino di uscita ed essere andata a prendere la bicicletta, legata a una rastrelliera. E’ stata colpita più volte alle spalle. C’è una testimone oculare, una donna delle pulizie, che ha urlato e chiamato aiuto: si è anche sentita male per lo shock.
Troppi allarmi inascoltati
"Il primo pensiero va a Barbara Capovani, aggredita barbaramente fuori dall'ospedale in cui lavora come psichiatra, ai suoi figli e alla sua famiglia. Il secondo pensiero è una domanda molto amara: quanto tempo ancora ci vorrà per far capire a tutti che il medico è un alleato e non un nemico del paziente?". Il presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoriatri di Firenze, Pietro Dattolo, esprime così vicinanza alla famiglia e ai colleghi di Barbara Capovani, la psichiatra aggredita fuori dall'ospedale di Santa Chiara a Pisa. "Poco più di un mese fa - ricorda Dattolo - avevamo rilanciato l'allarme sulle aggressioni ai colleghi in occasione della Giornata nazionale contro la violenza nei confronti degli operatori nazionali. Una piaga italiana di cui la Toscana è tutt'altro che esente. Purtroppo la sensazione è che le nostre parole, come quelle della nostra Federazione nazionale, siano state portate via dal vento. Sono troppi gli allarmi inascoltati, non solo il nostro".
"Servono - conclude Dattolo - iniziative concrete per permettere a medici e infermieri di poter lavorare in sicurezza, iniziative da concordare con la Prefettura e le direzioni Asl, e serve soprattutto un grande lavoro culturale, di sensibilizzazione, per far capire ai pazienti che noi siamo dalla loro parte, non contro".