ENRICO MATTIA DEL PUNTA
Cronaca

Psichiatria, nuova aggressione. Paziente con una siringa minaccia due infermieri

Sfuriata senza controllo: gli operatori sanitari si sono messi in salvo rifugiandosi dietro una porta. Carbocci (Nursind): “Non sappiamo più cosa dire. Questi episodi sono ormai all’ordine del giorno”

Nuova aggressione nel reparto di psichiatria di Pisa (Foto di repertorio)

Nuova aggressione nel reparto di psichiatria di Pisa (Foto di repertorio)

Pisa, 19 aprile 2025 – Momenti di paura giovedì 17 aprile durante il turno di notte al reparto Spdc dell’ospedale Santa Chiara. Un paziente ha afferrato un ago della terapia a lui destinata dal vassoio e ha iniziato a urlare e a brandirlo in aria, tentando di colpire due infermieri. Gli operatori sanitari si sono messi in salvo, rifugiandosi dietro una porta. A riportare la situazione sotto controllo è stata la vigilanza privata dell’ospedale.

L’episodio, l’ennesimo nel reparto di psichiatria, si è concluso fortunatamente senza feriti. A raccontare quanto accaduto è Daniele Carbocci, segretario territoriale NurSind Pisa, che denuncia l’ennesima aggressione ai danni del personale sanitario, a pochi giorni dal tragico anniversario dell’omicidio della dottoressa Barbara Capovani, uccisa proprio all’esterno di quel reparto il 21 aprile di tre anni fa.

Secondo quanto riferito da Carbocci, il paziente si trovava nella propria stanza mentre gli infermieri erano impegnati nelle consuete attività di routine. Dopo aver notato un ago che conteneva la terapia a lui destinata, lo avrebbe afferrato e avrebbe iniziato a urlare e a minacciarli inseguendoli nel corridoio del reparto. I sanitari, temendo per la propria incolumità, hanno chiesto aiuto e si sono rifugiati dietro una porta. Allertata la vigilanza privata, gli addetti sono intervenuti riuscendo a disarmare l’uomo e a ricondurlo nella sua stanza, evitando ulteriori conseguenze.

“Non sappiamo più cosa dire – ha commentato Carbocci –. Questi episodi sono ormai all’ordine del giorno. Fortunatamente, stavolta è andata bene. La vigilanza, nel reparto che fu guidato da Capovani e che oggi resta sotto particolare attenzione, ha funzionato. Ma è necessario fare un serio esame di coscienza sull’efficacia delle misure di sicurezza adottate”.

Carbocci punta il dito anche sull’impiego delle risorse: “Sono stati spesi 1,5 milioni di euro per la sicurezza, ma a Cisanello, ad esempio, la vigilanza nei parcheggi o agli ingressi serve a poco. Sarebbe più utile nei reparti dove si verificano gli assembramenti, e quindi anche le maggiori criticità”. Il sindacalista ricorda infatti un’altra aggressione verbale, avvenuta lo scorso 20 marzo, nell’edificio 10 del presidio ospedaliero di Cisanello dove la vigilanza è intervenuta ormai a giochi fatti. “È inaccettabile – conclude – che durante le riunioni sulla sicurezza in Prefettura non vengano invitati anche i rappresentanti dei sindacati, che sono in prima linea ogni volta che il personale sanitario è vittima di aggressioni”.