Presidente Fiorini, nella storia personale di Giacomo Puccini il Teatro di Pisa fu in qualche modo un luogo del destino.
"La famosa Aida del 1876 a cui Puccini 18enne assistette è un fatto assai noto e che egli stesso rammenta in una sua lettera giovanile e che si ritrova nelle biografie stese da persone come Adami o Panichelli che con lui condivisero molti momenti di vita. Ma il suo rapporto con la città e con il nostro teatro non si esaurisce in questo episodio, quando cioè era ancora un giovane in cerca del proprio destino, perché Puccini tornò al Verdi da Maestro e partecipò alle serate in suo onore in occasione delle rappresentazioni di alcune sue opere".
Quali testimonianze esistono al teatro Verdi?
"Nel nostro Archivio Storico conserviamo i manifesti otto e novecenteschi delle opere qui rappresentate, anche alla presenza del Maestro, e suoi telegrammi e lettere che attestano rapporti diretti e cordiali con il nostro Teatro e le direzioni che in quegli anni si susseguirono".
Sull’Archivio Storico il Teatro sta molto lavorando, perché?
"Ringrazio molto della domanda perché l’Archivio Storico, la sua tutela e la sua valorizzazione sono tra gli obiettivi del mio mandato e del Cda. Dal 1864 al 1930 disponiamo di documenti interessantissimi che non si limitano alle sole locandine teatrali o ai contratti con gli artisti o a registrazioni di entrate e uscite o a carteggi con compositori e compagnie. Il nostro Archivio Storico restituisce la storia sociale della nostra città, uno spaccato denso di curiosità, di aneddoti, di storie di famiglie importanti e di persone comuni. È nostra volontà salvaguardarlo e condividerlo con la città, in particolare adesso che siamo vicini all’anniversario dell’inizio della costruzione del Teatro che, proprio dall’Archivio, sappiamo essere avvenuta nell’aprile del 1865. Ecco perché abbiamo molti progetti".
Che tipo di progetti?
"Grazie all’aiuto di finanziatori esterni, imprenditori illuminati e sensibili alla cultura, malgrado le loro aziende siano orientate ad ambiti e mercati lontanissimi da archivi e teatri, porteremo avanti restauri di documenti e manifesti, ricerche finalizzate a pubblicazioni che accresceranno la bibliografia sul nostro teatro e sulla nostra città, mostre e momenti aperti al pubblico in una operazione di recupero e di condivisione di storia e memoria".
Con la sua presidenza il Teatro sta facendo riscoprire alla città e agli imprenditori il mecenatismo.
"Il Teatro Verdi è una grande istituzione, da 160 anni non ha mai perso la funzione primaria per cui fu fondato, è il primo teatro di tradizione della Toscana. Sul nostro palco si sono esibiti grandi artisti da Maria Callas a Giuseppe Di Stefano, da Raina Kabainvanska a Riccardo Muti. Dopo anni di fisiologici alti e bassi, oggi, anche grazie all’arrivo alla direzione artistica del maestro Marco Tutino siamo in volo nel posizionarci tra i più attrattivi teatri di tradizione in Italia. Questo è un dovere che abbiamo verso la città, il Comune, nostro principale finanziatore, e verso le nostre maestranze. Il mondo dell’imprenditoria ci sta dimostrando di credere nel Teatro e vi investe attraverso donazioni liberali come l’Art Bonus, lo strumento fiscale che per altro consente alle aziende importanti detrazioni".
Cosa spinge le aziende a donare al Teatro?
"La concretezza dei nostri progetti, la solidità e la storia dell’istituzione, la garanzia di trasparenza, la presenza di dipendenti e maestranze competenti, la certezza che la loro donazione si trasforma in bellezza e ha un impatto sociale e culturale rilevanti".
R.P.