Sarà il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a introdurre oggi alle 17 nella sala Pegaso di Palazzo Strozzi la presentazione del saggio di Alessandro Ceccarini, "Almanacco pucciniano. Giacomo Puccini e Pisa" (DreamBook edizioni). Insieme a lui anche lo storico Marco Passeri e l’editore Stefano Mecenate. Il libro di Ceccarini è viaggio ideale nei teatri di Pisa e provincia (anche in quelli che attualmente non esistono più) alla ricerca delle opere, dei concerti e delle iniziative legate a Giacomo Puccini e, soprattutto, rappresenta l’opera più completa che riguarda le produzioni e gli eventi legati al grande maestro lucchese. In quasi 800 pagine sono state raccolte recensioni, foto, ritagli di giornali, locandine, cartoline, interviste: materiale raro, talvolta inedito, che mostra il profondo legame del territorio pisano con il grande compositore sia mentre era in vita che negli anni e nei decenni successivi.
Molti gli eventi a lui dedicati: concerti, incontri, convegni, spettacoli di prosa e di lirica documentati con grande attenzione e puntualità da Alessandro Ceccarini. A questo primo volume, che nelle edizioni successive sarà arricchito da altri documenti sui quali l’autore sta già lavorando, seguirà un secondo volume dedicato agli artisti che hanno interpretato le sue opere, alle corali e alle bande che hanno portato in mezzo alla gente le sue musiche, a coloro che hanno scritto di lui con linguaggi diversi.
"Il nostro intento - spiega Mecenate - è quello di restituire la memoria storica di un territorio nei confronti di Giacomo Puccini e attraverso di essa dare testimonianza di come, con linguaggi e modalità diverse, e da fonti diverse, siano stati riconosciuti il valore e la grandezza del compositore lucchese". Secondo Ceccarini, "Il Puccini pisano è un uomo aperto alla vita, ricco di inventiva ed estremamente amato fin dalle prime sue note risuonate nei teatri cittadini e in quelli, numerosissimi dei comuni della provincia di Pisa, il giovane trepidante che venne ad assistere all’evento dell’Aida al Verdi e che, già a partire dal 1887 con le Willis, raccoglie dai pisani onori e lodi, mentre una vera chicca del secondo volume è la presenza di Puccini a una messa cantata in Duomo in una festa di San Ranieri come riportato da Don Panichelli nelle sue memorie".