Quando Galileo frequentava la scuola elementare

Apre martedì in Archivio di Stato la mostra sugli "Anni pisani" dello scienziato. Documenti e curiosità legati anche alla scuola della sua infanzia

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Del suo genio e della sua fortuna, in età adulta, molto è noto e conosciuto. C’è però una particolare prospettiva dalla quale è interessante osservare la figura di Galileo Galilei, quella di discepolo alla scuola elementare. Martedì inaugura nella Sala della musica di Palazzo Toscanelli, cioè nell’Archivio di Stato, la mostra "Gli anni pisani di Galileo" e in questa occasione, che coincide con l’anniversario della nascita del padre della scienza moderna e del metodo scientifico, saranno esposti alcuni documenti poco conosciuti e certamente ispiratori di domande e curiosità.

Jaleh Bahrabadi, direttrice dell’Archivio di Stato, ne anticipa qualcuna. Dopo il successo della mostra e delle giornate dedicate a Dante, l’Archivio apre nuovamente le porte e offre una nuova occasione culturale. "Sì, siamo molto orgogliosi di partecipare a questa iniziativa dell’amministrazione comunale. La mostra in Archivio inaugura martedì 15 alle 10 e sarà visitabile anche lunedì 21 e martedì 22 dalle 9 alle 13 su prenotazione. Saranno esposti diversi documenti chiave della vita di Galileo a Pisa che testimoniano l’importanza che la città ha avuto nella sua formazione e nelle sue scoperte, come quelli inerenti i suoi rapporti con l’Ateneo.

Per esempio, abbiamo il Liber Matriculae della facoltà di Medicina dove troviamo Galileo tra gli iscritti del 1581; sappiamo che in seguito abbandonò la facoltà senza concluderne gli studi. Ci sono anche le ricevute di pagamento dello stipendio quando ricopriva la cattedra pisana di matematica, riscontrate di suo pugno". Ma c’è anche una chicca, che riguarda Galileo studente ‘elementare’. "Prima di diventare il grande scienziato che tutti noi conosciamo, Galileo trascorse i primi anni di vita e la sua giovinezza a Pisa, che, nella seconda metà del sec. XVI, dimostrava di essere all’avanguardia. Un documento contenuto nel fondo Comune di Pisa, Divisione D, rivela come già dal 1569 Pisa avesse una "scuola publica" rivolta ai più piccoli, dove insegnavano maestri di grammatica, di scrittura e d’abaco stipendiati dal Comune. Possiamo considerarla come l’antenata della nostra scuola primaria che Galileo frequentò dal 1569 al 1574".

Come funzionava la scuola a quei tempi a Pisa? "Si comprende come funzionava la scuola perché sono riportate le istruzioni che Antonio Leonardi da Castiglione, maestro di grammatica di Galileo, doveva seguire; tra queste spicca il dovere di insegnare a tutti egualmente tanto al povero quanto al riccho cittadino. "Apprendiamo che erano previste 33 ore di lezione a settimana, tre la mattina e tre il pomeriggio per cinque giorni, e poi tre ore il sabato, quando i discepoli erano chiamati a ripetere i versi imparati a memoria. C’erano persino "ispezioni" mensili per verificare che gli studenti imparassero. I ragazzi erano divisi in tre ordini, scolari minori, mezzani e maggiori. È da credere che fossero tutti insieme, nella stessa aula, fatto che certamente permetteva ai più piccoli di assimilare insegnamenti destinati ai più grandi con i relativi benefici di questo metodo". Interessante notare che, nella scuola primaria di allora, l’insegnamento del latino e del greco era obbligatorio. "Sì, e si prescriveva che il maestro insegnasse "a tutti i cittadini pisani e fiorentini che sopportano le gravezze in Florenza" e a tutti quelli che "sopportano i charichi et gravezze in città come li habitatori di borghi et soborghi". Un bell’esempio, insomma, di scuola ‘inclusiva’, come si direbbe oggi".

Eleonora Mancini