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Quei ritmi chiave del dormire: "Neuroni in silenzio elettrico"

Convegno a Tirrenia con gli esperti dell’Accademia italiana della medicina del sonno

"Il sonno è uno dei più affascinanti esperimenti che madre natura ci ha permesso di fare, un momento di mistero in cui non abbiamo pensieri o percezioni ma succede tanto altro di bellissimo". Queste le parole del professor Gemignani, professore ordinario di psicobiologia e psicologia fisiologica dell’università di Pisa, e direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’Aoup, per descrivere il senso del congresso nazionale dell’accademia italiana di medicina del sonno, di cui è uno dei presidenti, che è iniziato venerdì e si chiude oggi a Tirrenia.

"A 100 anni dalla prima registrazione di elettroencefalogramma - dice il fisiologo Ugo Faraguna, professore associato in Fisiologia alla Scuola di Medicina dell’Università di Pisa e presidente del congresso – Pisa è stata scelta perché è la culla della ricerca e della clinica del sonno. Ci sono stati personaggi importantissimi: dal professor Giuseppe Moruzzi, il famoso Nobel mancato, che con il collega americano Magoun ha fatto la più grande scoperta nella storia della medicina del sonno nel 1949, il presidente onorario di questo congresso Luigi Murri che ha dato un’impronta neurologica agli studi stabilendo i collegamenti fra malattie neurologiche e disturbi del sonno e il professor Guazzelli che ha fondato la psicologia clinica del sonno".

Sono tre le radici che rendono solido l’albero della ricerca della clinica pisana: quella fisiologica, la neurologica e la psicologia clinica con interrogativi rivolti a ciò che causa la perdita di coscienza durante il sonno. "Abbiamo usato un approccio multidisciplinare – aggiunge la professoressa Bonanni, anche lei presidente del congresso e fisiologa e docente associata di neurologia dell’università di Pisa – Sono fiera che tanti giovani relatori porteranno i risultati delle loro ricerche in un contesto in cui la psicologia dialoga con la fisiologia, la neurologia fino alla psichiatria".

Chi non si è mai chiesto cosa succede quando ci addormentiamo...

"Abbiamo micro pezzettini di silenzio elettrico in cui i nostri neuroni non comunicano più durante il sonno – dice ancora Gemignani – In tal modo, non possono più parlare fra loro e ogni gruppo neurale produce invece una sua musica, non integrata con altre. Ecco che si ha un’indipendenza delle varie aree neurali che non porta al dialogo che abbiamo da svegli".

Perchè il sonno è tanto importante?

"Basta passare una notte in bianco per notare la differenza. La deprivazione di sonno ci rende più disregolati a livello emotivo. Facciamo un esempio: se uno non dorme una notte intera e la mattina successiva qualcun altro entra nello stallo del parcheggio prima di lui, non è inverosimile che possa reagire in modo esagerato. Sono 3 gli aspetti da considerare: il sonno appartiene a un meccanismo omeostatico, è un meccanismo che ci fa consolidare le memorie e apprendimenti e infine detossifica i circuiti celebrali. E’ un qualcosa di cruciale, di cui non si può fare a meno. Si pensi che se teniamo gli animali senza dormire, prima o poi muoiono".

Cosa può succedere se non dormiamo?

"Aumento di depressione, ansia e abuso di sostanze in particolare alcolismo, perchè uno pensa di poter far fronte da solo al problema, ma anche aumento delle patologie cardiovascolari, come arresto del miocardio e ictus".

Possiamo riprodurre uno stato simile al sonno durante la veglia?

"Queste cose le stiamo studiando, si tratta delle tecniche meditative. Crediamo che sia possibile. Per spiegare con una metafora: pensiamo che sia possibile produrre uno spartito per una musica differente e quindi anche una cosciente differente".

M.C.C.