Quando Oliviero Toscani regalò alla città, il casting di un centinaio di pisani. Poteva essere a Palazzo Blu, in Piazza dei Cavalieri o in Lungarno Pacinotti, Toscani ed il suo gruppo volante di assistenti scorrazzavano per Pisa scattando foto del tipo "fai la faccia da pisano". Ovviamente la battuta era dietro l’angolo anche perché essendo Pisa un melting pot di "genti", ecco, di autoctoni ce ne erano pochi. Al di là delle foto scattate on the road, Toscani aveva messo due set fotografici fissi: uno al Giardino Scotto, l’altro a Palazzo Blu da pochissimo inaugurato; il grande fotografo aveva piazzato due ombrellini con flash e riflettori dal basso. Ed il casting ebbe inizio con una sventagliata di persone, e personaggi ed interi nuclei familiari, coppie di giovani e coppie di anziani, un carnevale smascherato. Lo spirito era quello giusto: da un lato l’attesa e la suspence di trovarsi di fronte ad uno degli obbiettivi più prestigiosi ed implacabili a livello mondiale, dall’latro c’era l’ingresso nel progetto "Razza umana" portato avanti con caparbietà da Toscani che mesi prima aveva fatto un casting simile a Livorno. Cosimo Bracci Torsi, era nel 2008 presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Pisa che aveva sede proprio a Palazzo Blu.
"Ricordo benissimo quel casting – dice il presidente Bracci Torsi – e ricordo di essermi fatto fotografare. Toscani realizzò migliaia di scatti di cittadini. Le foto dovevano poi essere oggetto di una mostra specifica a Palazzo Blu. Abbiamo ancora quel materiale fotografico ma all’epoca, ci furono problemi di liberatorie per cui non si è potuto procedere. Ma quelle immagini le abbiamo ancora". Poi Bracci Torsi ricorda l’uomo Toscani: "Creativo, intelligente, immediato ma ho avuto la sensazione che non fosse facile andarci d’accordo. Con me ha avuto sempre ottimi rapporti, forse perché abbiamo avuto poco temo per litigare", sorride il presidente.
Il lascito di Toscani alla città è grande. "Ha azzeccato il nome di Palazzo Blu – ricorda Bracci Torsi – . Noi volevamo chiamarlo Palazzo Giuli. E poi ha creato anche il logo con le quattro sfumature di blu".
Carlo Venturini