MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

Quelli che resistono. I negozi storici del centro: "Ci sono tante difficoltà"

Parola ai commercianti delle attività che da anni illuminano le vie di Pisa. Focus sulla situazione sicurezza: "Tema centrale, serve più decoro urbano". E poi le note dolenti: "Il buon senso ci direbbe di chiudere, ma non molliamo".

Parola ai commercianti delle attività che da anni illuminano le vie di Pisa. Focus sulla situazione sicurezza: "Tema centrale, serve più decoro urbano". E poi le note dolenti: "Il buon senso ci direbbe di chiudere, ma non molliamo".

Parola ai commercianti delle attività che da anni illuminano le vie di Pisa. Focus sulla situazione sicurezza: "Tema centrale, serve più decoro urbano". E poi le note dolenti: "Il buon senso ci direbbe di chiudere, ma non molliamo".

di Mario Ferrari

PISA

Secondo il report di Confcommercio, Pisa ha perso dal 2012 mediamente 22 negozi l’anno. Oltre a coloro che se ne sono andati, ci sono anche quelli che resistono. Persone con un volto e una voce che, ogni giorno, si svegliano al mattino per aprire la saracinesca della loro attività e offrire un servizio indispensabile per i pisani, nonostate tutte le difficoltà. Ma come invertire questa tendenza? Per l’imprenditore Alessandro Trolese la priorità è "la sicurezza, una vera e propria emergenza giornaliera. Per il resto, bisogna fare di più per promuovere Pisa come destinazione turistica e individuare politiche che incentivino una maggiore frequentazione del centro storico da parte di visitatori e turisti". Secondo Daniela Petraglia de La Pergoletta: "La città soffre di una forte stagionalità, soprattutto mesi invernali durante i quali sarebbe necessario pensare a nuovi eventi. A ciò si aggiunge il problema decoro e le attività di cibo etnico che stanno erodendo l’identità gastronomica della città. Per rendere Pisa ulteriormente attrattiva è fondamentale investire sul decoro urbano e politiche di sostegno e valorizzazione dei piccoli negozi". Anche Massimo Rutinelli, titolare de Il Crudo, ribadisce che "Le molte bellezze della nostra città da sole non possono bastare senza interventi decisi e radicali su sicurezza e decoro. Il tessuto commerciale pisano deve alzare l’asticella della qualità e noi commercianti ci siamo. Sarebbe bene installare arredi urbani pertinenti alle caratteristiche del proprio locale o negozio, come sta facendo Verona, o incentivare percorsi turistici che consentano di vivere Pisa... oltre la Torre".

Parole simili arrivano anche da Francesca Bufalini di Twenty Fitness Club: "Serve maggiore sicurezza, decoro urbano e una migliore gestione di situazioni di disagio sociale. La situazione economica generale sicuramente non aiuta ma noi continueremo a investire per garantire un’offerta qualificata e di qualità".

Secondo Monica e Cristina Ceccarelli, del salone da parrucchiere Punto di Incontro "Per rendere la città attrattiva è fondamentale investire sul decoro e politiche di sostegno e valorizzazione dei piccoli negozi, presidio di socialità per le nostre strade e piazze".

Tra le voci più rinomate ci sono sicuramente i commercianti storici di Borgo, il salotto buono di Pisa, che fotografano una situazione con qualche luce e molte ombre. A partire da Fabrizio Di Sabatino, dell’omonimo negozio di abbigliamento: "Da tempo sono impegnato nel rinnovamento del centro storico con eventi e iniziative per la nostra categoria. Bisogna fare così perché l’amministrazione non ci considera e contando solo sulle nostre forze non riusciamo ad andare avanti". A lui fa eco Mario Bardelli, della gioielleria aperta nel 1871: "Noi andiamo avanti grazie alla passione e l’affetto per il lavoro, perche con razionalità avremmo chiuso 10 anni fa. C’è poca sicurezza e tanta delinquenza e siamo poco tutelati da chi ci amministra". Parole simili anche da Sonia Falaschi del negozio di dolciumi Bon Bon: "Il commercio online ci danneggia, i parcheggi sono costosi, le persone poche e la vita è cara. Io vado avanti per passione e perché è difficile vendere l’attività che da 46 anni serve Pisa con un prodotto elitario".

Per la pellettiera di Aen69 Antonia Nicoletti la situazione è "al limite della sopravvivenza: servono politiche commerciali serie perché proliferano attività che sminuiscono il livello dell’offerta media e non ci sono incentivi e iniziative. Lanciano tanto a livello internazionale ma poco come locale. L’amministrazione si pone il problema?".

Rimedia Deffenu, della Libreria Ghibellina, spiega infine che "L’amore per la città e per il nostro lavoro ci spinge ad andare avanti, così come il piacere di divulgare la cultura. Ciò che manca è un sostegno concreto da parte dell’amministrazione per alleggerire la burocrazia o rendere più vivo il centro storico. Abbiamo aderito al Patto per la Lettura anche per avere un dialogo maggiore con le istituzioni e rendere la città più vicina ai libri e alle librerie. La nostra fiducia in questo senso è molto forte".