di Gabriele Masiero
PISA
Questionari ed elettrocardiogrammi digitali "in classe". Potrebbe essere sintetizzato così il primo screening mirato in Toscana sulla familiarità per morte improvvisa giovanile che è partito in questi giorni dall’Iti ‘Da Vinci - Fascetti’ di Pisa e che, grazie all’intesa con l’Ufficio scolastico provinciale si estenderà a tutti gli istituti superiori della provincia. Sono 200 gli studenti delle seconde e delle quinte classi, che hanno aderito volontariamente all’iniziativa che rientra nell’ambito del progetto Just sulla morte cardiaca improvvisa giovanile promosso dai professori Michele Emdin e Claudio Passino, della Scuola Sant’Anna di Pisa e della Fondazione Monasterio, e dal medico legale dell’Università di Pisa, Marco Di Paolo.
In tre anni il progetto ha portato alla realizzazione di un registro informatico dei casi di morte improvvisa, ma anche a delineare una strategia di intervento basata sulla programmazione della diffusione delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare e campagne di educazione sanitaria rivolte ai più giovani. Lo screening è organizzato in collaborazione con il dirigente scolastico Federico Betti, con i suoi collaboratori Gaetano Fabozzi e Stefano Mazzantini, con i docenti di scienze motorie e con i collaboratori scolastici dell’istituto, con Fabio Pagliazzi e Valeria Raglianti del Provveditorato agli Studi di Pisa. A eseguire i controlli sui giovani sono i cardiologi Alberto Giannoni e Francesco Gentile, con gli infermieri e i tecnici della Fondazione Monasterio (Silvia Terenzoni, Francesca Bramanti, Teresa Ceccanti, Cristiane De Jesus, Anna Di Sessa, Giovanni Iudice, Sara Guerrieri, Maria Giuseppina Paci, Elisabetta Menicagli, Letizia Diara), coordinati da Marco Vaselli.
"Ma un contributo fondamentale - osserva Emdin - lo abbiamo avuto anche dalla Fondazione Pisa e dalla Fondazione Pisana per la scienza". La morte improvvisa, non anticipata da nessun sintomo, di una persona giovane è un evento sempre molto "rumoroso" per l’opinione pubblica con un’incidenza stimata fra 1 e 10 casi all’anno ogni 100 mila persone: nel circa il 25 % dei casi avviene durante l’attività sportiva. "E’ giustificato - spiega Emdin - considerare la morte cardiaca improvvisa del giovane come una condizione sanitaria di assoluta rilevanza: fra le condizioni predisponenti identificate ci sono le cardiomiopatie, le canalopatie, i difetti cardiaci congeniti (origine anomala delle coronarie), le miocarditi, i traumi toracici, l’assunzione di farmaci o sostanze d’abuso. Lavorare sulla prevenzione permette di individuare i fattori di rischio e suggerire in tempo ulteriori accertamenti clinici o terapie".
Interagire con gli esperti di Sant’Anna e Fondazione Monasterio, sottolinea il dirigente scolastico dell’Iti, Federico Betti, "aiuta i ragazzi ad acquisire consapevolezza dei rischi e della necessità di seguire corretti stili di vita e a comprendere, in un’età in cui ciascuno di noi si è sentito invincibile, che così in realtà non è e che la prevenzione è la migliore medicina". "Il nostro lavoro - conclude Emdin - permette di scattare una fotografia piuttosto precisa e laddove si ravvisassero condizioni di rischio invitiamo i ragazzi e i loro familiari a ulteriori approfondimenti clinici che potrebbero risultare determinanti".