Orentano (Pisa), 16 dicembre 2020 - Il giallo di Khrystyna Novak è sempre più inquietante e misterioso, man mano che passano i giorni. La criminologa Ursula Franco, pisana (da tempo vive a Roma), aveva già analizzato il caso per ‘La Nazione’. E torna a farlo dopo gli ultimi sviluppi delle indagini con la villetta che è stata passata nuovamente al setaccio dalla Squadra mobile e dalla scientifica alla presenza anche del fidanzato 41enne della donna, finito in manette per armi e droga poche ore prima che la donna sparisse. L’uomo è stato sentito a lungo e più volte, si apprende, dagli inquirenti (assistito dal suo avvocato Gabriele Dell’Unto) per raccontare abitudini, conoscenze e rapporti della 29enne in Italia. Inoltre lui è l’unico che poteva ricostruire alla polizia cosa c’era in casa e cos’è cambiato nelle stanze dal suo ingresso in carcere e cioè da quando Khrystyna rimase sola. La Franco è una criminologa che si è occupata di casi giudiziari come quello di Stefano Binda (era consulente per la difesa) che, dopo la condanna in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi, è stato assolto in appello per non aver commesso il fatto.
Ma ripartiamo dall’inizio. Dottoressa Khrystyna manca da quasi 50 giorni. S’indaga per sequestro di persona. Ma lei ha detto che solitamente in quasi come questi è il preludio di un’indagine per omicidio, perché? «Chi terrebbe in ostaggio una persona che tutti cercano per 50 giorni? Purtroppo la casistica ci induce a ritenere che Khrystyna sia stata vittima di un omicidio. Lo ripeto, il fatto che l’ultima cella telefonica agganciata dal suo portatile sia stata quella che copre l’area di casa sua e la presenza delle chiavi nella toppa mi fanno pensare che sia stata aggredita proprio nei pressi di quella casa. Spero di sbagliarmi». Qual è, secondo lei, l’aspetto più inquietante che circonda il giallo della 29enne ucraina? «Il fatto che Khrystyna fosse nel nostro Paese da pochi mesi, che ancora non parlasse la nostra lingua e che sia scomparsa non appena è rimasta sola in casa. Immagino la sofferenza, la rabbia e il senso di impotenza che sta provando il suo compagno. Penso che sarà lui ad indicare la pista giusta agli inquirenti. Ritengo che il caso si risolverà presto. Khrystyna è scomparsa il 2 novembre. Il 3 novembre, in serata, le amiche di Khrystyna hanno trovano la chiave nella toppa, sono entrate in casa, hanno preso il cane di Khrystyna e si sono dileguate. Il 4 novembre, intorno alle 14, la ex moglie del fidanzato della ragazza è entrata in casa con la propria chiave. Il suo accompagnatore ha riferito che quel giorno la chiave nella toppa non c’era. Anche il 5 novembre la chiave non era nella toppa. Il 10 novembre gli inquirenti hanno trovato la chiave nella toppa. Ecco, io focalizzerei su quella chiave che va e viene dalla toppa di casa di Khrystyna e del suo uomo». Intanto la Toscana è sconvolta dai macabri ritrovamenti dei cadaveri nelle valige alle porte di Firenze. L’ultimo è di una donna. Lei che idea si è fatta? «Certamente, al momento tutte le piste sono aperte. Dobbiamo attendere gli esiti delle autopsie. E’ alquanto probabile che i resti mancanti della donna, il cui busto è stato trovato nella terza valigia, siano all’interno di un’altra valigia, la quarta. Credo che quest’uomo e questa donna siano le vittime di un duplice omicidio commesso nell’arco di pochi minuti. Non sarà difficile identificarli, è infatti raro che scompaiano delle coppie».