GABRIELE MASIERO
Cronaca

Ragazze punte in strada: "È violenza sessuale". Scattava foto ai glutei. Finisce ai domiciliari

Simone Baroncini, pisano di 50 anni, è accusato di aver aggredito tre giovani. Aveva da poco finito di scontare la pena per femminicidio. Uccise una 20enne.

L’ago trovato sotto il letto durante la perquisizione domiciliare

L’ago trovato sotto il letto durante la perquisizione domiciliare

di Gabriele Masiero

È finito agli arresti domiciliari con l’accusa, pesante, di violenza sessuale, Simone Baroncini, il pisano di 50 anni, denunciato già a gennaio per tre distinti attacchi ad altrettante giovani donne punte alle spalle con l’ago di una siringa, per fortuna vuota. L’uomo era uscito dal carcere nel 2022 dopo avere scontato una pena di 16 anni di reclusione per l’omicidio dell’amica Vanessa Simonini, uccisa nel 2009 in Lucchesia perché aveva respinto le sue avances. Baroncini è stato arrestato ieri a Volterra, dove abita e lavora nell’ambito di un progetto di riabilitazione del Comune per ex detenuti. Sono tre gli episodi di violenza sessuale contestati dalla procura al termine delle indagini condotte dalla squadra mobile. La misura cautelare è stata concessa dal giudice delle indagini preliminari che ha accolto le tesi accusatorie del movente sessuale. La vicenda scoppia nel gennaio scorso dopo la denuncia di due giovani, rispettivamente di 23 e 21 anni, che nel weekend tra il 18 e il 19 gennaio, sono state punte ai glutei da un ago da siringa.

In particolare, le giovani avevano detto agli inquirenti di essere state punte da un uomo di mezza età incappucciato mentre passeggiavano rispettivamente sul cavalcavia di San Giusto e in viale Bonaini. Le indagini della polizia hanno permesso di ricollegare quegli eventi a un precedente analogo accaduto il 14 settembre dello scorso anno, quando una trentenne denunciò di essere stata punta ai glutei da una siringa mentre stava passeggiando in Lungarno Buozzi. L’indagato è stato anche riconosciuto da una delle vittime che aveva visto l’uomo in volto. Già alla fine di gennaio Baroncini era stato sottoposto a perquisizione domiciliare al termine della quale furono sequestrati un ago da siringa nascosto sotto al letto e gli abiti indossati durante le aggressioni sessuali.

Inoltre, sui suoi dispositivi informatici sono state trovate fotografie scattate a ignare giovani passanti all’altezza dei glutei, ma anche tracce di alcune ricerche da lui fatte sul web e contattando sconosciuti sui social network, circa il modo di eseguire punture con modalità non dolorose, oltre a un vasto materiale pornografico: tutti elementi che hanno spinto la procura a individuare un movente sessuale per le azioni compiute e a richiedere una misura cautelare per violenza sessuale.

In particolare, su computer e telefonino in uso a Baroncini, che sarà difeso da un avvocato d’ufficio, perché pur dichiarandosi innocente ha confessato agli inquirenti di "non avere i soldi per nominarne uno di fiducia", è stato trovata una quantità importante di materiale pornografico riconducibile al genere "spanking" e "needle spiking", ovvero con giovani donne sculacciate o sottoposte a punture di ago nelle natiche. L’ultimo riscontro investigativo è arrivato dall’analisi del traffico telefonico generato dalla Sim del suo telefono cellulare che ha agganciato le celle telefoniche compatibili nel tempo e nel luogo delle tre aggressioni.