"Raggirò magistrato suo convivente per anni". Professionista condannata

Il pm aveva chiesto 3 anni e 6 mesi. La sentenza: "1 anno e mezzo". Provvisionale di 120mila euro per le parti civili. La difesa: "Faremo appello".

di Antonia Casini

Un anno e sei mesi e 120mila euro di provvisionale. E’ la sentenza sul caso della professionista accusata di appropriazione indebita e circonvenzione di incapace, un noto magistrato ora malato. Il pubblico ministero aveva chiesto 3 anni e 6 mesi, la difesa l’assoluzione della donna. Per l’accusa tra il 2015 e il 2018 sarebbero sparite centinaia di migliaia di euro e sarebbe stato prosciugato un conto corrente. L’inchiesta era stata coordinata dalla sostituta procuratrice Lydia Pagnini (in aula ieri il pm onorario Massimiliano Costabile) aveva ottenuto il rinvio a giudizio della professionista legata sentimentalmente (a Pisa) per anni all’uomo. Poi, cinque anni fa, la moglie dell’uomo e i figli, che vivono altrove, durante una visita si sarebbero accorti che le condizioni del parente erano peggiorate. E avrebbero constatato, tramite estratti, che il suo conto in banca era stato in pratica azzerato con uscite per centinaia di migliaia di euro, compresa una parte consistente della liquidazione. Dopo la denuncia sono partite le indagini della finanza (nella foto di repertorio).

Per l’accusa, la 60enne, difesa dall’avvocato Stefania Mezzetti, avrebbe approfittato della fragilità del compagno per appropriarsi di una grossa somma di denaro tramite bonifici e aprendo anche un conto cointestato poi sequestrato.

Diversa la versione della donna ribadita anche in aula dal suo legale durante la requisitoria. La direttrice della banca - aveva sottolineato l’avvocato Mezzetti – ha riferito che il magistrato era presente alle operazioni e si recava in istituto anche da solo, i tecnici di parte, inoltre, hanno affermato che non si può dire che l’uomo fosse in condizione di incapacità, tanto che ha continuato anche la sua attività di magistrato portando avanti lavori importi. L’uomo per la sua assistita, quindi, era consenziente e consapevole, mentre adesso, come già emerso durante l’incidente probatorio, non sarebbe capace di testimoniare. La sua famiglia è stata tutelata dal penalista Stefano Del Corso e dal collega Rodolfo D’Ascoli.

Ieri pomeriggio, dopo la rinuncia del pm alle repliche e una breve camera di consiglio, la giudice Giorgia Maria Ricotti ha condannato l’imputata per i fatti successivi al 2016 (prescritti quelli precedenti), ha riconosciuto le circostanze attenuanti generiche, 250 euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali. Concessa la sospensione condizionale della pena. I danni saranno risarciti in sede civile. Stabilita, inoltre, una provvisionale di 30mila euro per ogni parte civile, la vittima stessa, la moglie e i due figli. Disposto, poi, il dissequestro dei conti correnti, sia quello personale del magistrato, sia quello cointestato. E del monile. La giudice si è presa 90 giorni per le motivazioni. "Dopo averle lette – spiega l’avvocato Mezzetti – se ci saranno i margini, faremo appello".