Pisa, 3 ottobre 2014 - I carabinieri di Pisa, con l'aiuto dei reparti volo dell'Arma, hanno eseguito questa mattina tre provvedimenti di cattura emessi dal Tribunale di Pisa, su richiesta della Procura della Repubblica, a carico di altrettanti fratelli napoletani, ma residenti da tempo nel livornese, ritenuti responsabili di appartenenza a una banda dedita alle rapine in banca. Si tratta dell'epilogo di un'articolata indagine che aveva portato a un primo arresto il 29 agosto scorso di due componenti della banda, sorpresi durante una rapina in un istituto gia' colpito a giugno. Il bottino dei colpi, secondo i militari, supera i 50 mila euro. I malviventi compivano autentici pestaggi sui dipendenti delle banche. In un caso hanno morso al braccio un'impiegata, per costringerla ad aprire la cassaforte a tempo.
I tre fratelli sono stati scoperti grazie all'unico pregiudicato della famiglia: questo aveva infatti lasciato un'impronta nel sistema di rilevamento digitale delle porte di accesso e questa traccia ha aperto la via alle indagini. I tre, arrestati all'alba, sono accusati di rapine particolarmente violente ed efferate nella Toscana occidentale. In carcere sono finiti Fabio, Alessandro e Valerio Dell'Aquila, rispettivamente di 31, 36 e 38 anni. Da circa 15 anni sono residenti a Rosignano Marittimo. Finora gli inquirenti attribuiscono al gruppo sette colpi, tra rapine consumate e tentate, che hanno fruttato bottino per decine di migliaia di euro, soldi quasi tutti gia' spesi in viaggi di lusso. Ma non escludono che i tre napoletani si siano resi responsabili anche di altre rapine in giro per la Toscana.
Il piu' giovane dei tre, bloccato stamani nella sua casa, e' incensurato, mentre i suoi fratelli erano gia' in carcere perche' arrestati poco prima di compiere una rapina a Cascina, il 29 agosto scorso. Il 'modus operandi' era sempre lo stesso, caratterizzato da una condotta estremamente violenta nei confronti dei dipendenti degli istituti di credito rapinati. In un caso il direttore di una banca era stato ripetutamente colpito alla testa con una bottiglia di vetro e in un altro un'impiegata era stata morsa per costringerla ad aprire la cassaforte a tempo. Nelle abitazioni dei fratelli i carabinieri hanno sequestrato cappellini, indumenti e parrucche utilizzati per camuffarsi. I colpi accertati sono stati compiuti tra aprile e agosto sul litorale di Pisa (in due banche), Crespina, Cascina e Navacchio, dove per tre volte qui e' stato presa di mira la stessa banca. La banda agiva sempre nello stesso modo: uno dei tre, solitamente ben vestito, fingeva di essere un imprenditore che voleva aprire un conto corrente inducendo gli impiegati a sbloccare il dispositivo d'accesso ai locali per consentire l'ingresso del secondo rapinatore spacciato per un dipendente, poi si scatenava la violenza con botte e minacce.