di Antonia Casini
I controlli, fra Pisa e provincia, sono incrociati e serrati. Dal 2 gennaio 2022 su tutto il nostro territorio i carabinieri del comando provinciale di Pisa, in collaborazione con il Nucleo carabinieri ispettorato lavoro di Pisa, hanno scovato e denunciato 112 persone che, secondo quanto ricostruito, percepivano idebitamente il reddito di cittadinanza. I motivi principali sono due: non avevano comunicato la variazione patrimoniale reddituale o non avevano comunicato il reddito percepito per eventuali occupazioni trovate in seguito. Questo sia a livello personale che del nucleo familiare. Ma c’è anche un’altra causa più frequente. Alcuni non avevano il requisito della permanenza richiesto per la percezione. Cioè almeno 10 anni di permanenza in Italia di cui gli ultimi 2 devono essere continuativi.
La cifra totale indebitamente percepita - è quanto verificato fino a ora - è di 584mila euro. Oltre alla procedura in ambito penale, si cerca anche di riguadagnare quanto destinato a chi non ne avrebbe il diritto. Le persone sono state già segnalate all’Inps per il recupero. L’iter per poter dirottare quelle cifre su chi ne avrebbe bisogno è dunque cominciato. Moltissime le richieste per ottenere il reddito presentate a livello provinciale: sono 10mila circa le domande avanzate (tra quelle accettate e rifiutate).
Una volta arrivati in Tribunale, sui casi è poi battaglia. Poco più di un mese fa, è stata scritta una delle prime sentenze (di assoluzione) in questo ambito. Una signora di 39 anni di origine macedone, con famiglia, aveva chiesto la misura di sostegno. I carabinieri - i cui controlli attraverso anche le Stazioni locali proseguiranno in tutta la provincia, con l’aiuto del nucleo ispettorato del lavoro dell’Arma - avevano incrociato i dati (come da procedura) e rilevato un’irregolarità. La giovane risultava residente sul territorio solo da 6 anni. Veniva meno, così, uno dei criteri per la riscossione della misura che era stata interrotta, avviando, anche qui, la procedura per il recupero.
La donna era finita in Tribunale per rispondere di truffa. A metà aprile si era tenuta l’udienza preliminare. L’avvocato Carlo Lombardi, che difendeva la 39enne, ha ricostruito la sua storia attraverso le carte: la signora era stata censita in città, nell’ex campo rom di via Maggiore di Oratoio, poi sgomberato, già nel 2008. Qui era rimasta fino al 2016 quando si è trasferita a Vicopisano prendendo poi la residenza.
Il legale del foro pisano ha prodotto una circolare (la n. 13 del 19 febbraio 2020) in cui si dice che i Comuni hanno l’obbligo di iscrivere come residenti i senza fissa dimora che hanno un domicilio o che risultano dimoranti. "Un’omissione dell’ente locale", ha spiegato ancora il penalista. Già il pubblico ministero Egidio Celano aveva chiesto il non luogo a procedere. Richiesta accolta dal giudice Giuseppe Laghezza.